Sud Thailandia, ucciso un altro maestro. Scuole chiuse per protesta
di Weena Kowitwanij
Un insegnante e la moglie uccisi ieri da un ignoto cecchino. La Federazione insegnanti proclama 3 giorni di chiusura per le scuole di Narathiwas e chiede al governo interventi efficaci.

Narathiwat (AsiaNews) – Chiuse per 3 giorni le 465 scuole della provincia meridionale di Narathiwat, per protesta dopo che ieri l’insegnante Vilas Kongkhum e la moglie Komkhum Petchphrom sono stati uccisi da un cecchino mentre tornavano a casa in motocicletta.

Bonsoom Thongsriprai, presidente della Federazione degli Insegnanti per le province di Narathiwat, Yala e Pattani, spiega che si vuole così sollecitare il governo a garantire meglio la sicurezza degli insegnanti. Nelle 3 province meridionali, ex sultanato malaysiano a netta maggioranza islamica in un Paese buddista, ci sono frequenti uccisioni di persone comuni, solo perché appartenenti alla religione o all’etnia diversa.  Nella lunga serie di morti gli insegnanti sono da sempre un obiettivo frequente degli islamici, che vedono nella scuola statale un tentativo di imporre la cultura buddista: dopo il 2008 sono stati uccisi 153 docenti.

“Il nostro documento – dice Thongsriprai – chiede che polizia, esercito e amministrazione collaborino in modo effettivo”. Egli ritiene che tra i problemi ci sia la diversità di culture tra le diverse etnie. Per esempio, viene suggerito alle forze dell’ordine “di non effettuare cambiamenti di uomini molto frequenti, per permettere a chi è in una zona di capire il modo di vivere della gente e la sua cultura”

“Noi – prosegue – siamo educatori, non guerrieri. Ora ci sono oltre 30mila insegnanti impauriti e chiediamo al governo di controllare se la crisi sia affrontata o meno nel modo migliore”. Tra le iniziative del governo, negli anni scorsi ci sono stati persino corsi gratuiti agli insegnanti per imparare l’uso di armi da fuoco, per autodifesa.

Peraltro gli stessi insegnanti mostrano desiderio di non cedere alla paura. Prasit Nukung, responsabile della zona educativa di Narathiwat, ritiene che “per non danneggiare gli studenti, le scuole dovrebbero essere chiuse solo nelle zone ad effettivo rischio, non anche nelle città”.

Il premier Abhisit Vejjajiva,  sollecitato dalla Federazione, ha assicurato che “quanto prima” verrà nella zona per constatare la situazione