Onu, rinviato il voto sulla clonazione

La decisione a febbraio. Si fa strada una soluzione di compromesso vicina alle posizioni del no. Ma il fronte a favore della clonazione resta ancora sul piede di guerra.


New York (AsiaNews/CWN) - Ieri il Sesto Comitato dell'Onu ha deciso di degradare il bando totale della clonazione umana in una più generica dichiarazione di principi. La discussione è stata rimandata a febbraio.

Proprio ieri era previsto il voto del Comitato sul divieto della clonazione (proposto dal Costarica e appoggiato da 63 paesi, fra cui gli Usa) o sull'ammissione della cosiddetta "clonazione terapuetica" (favorevoli, tra gli altri, Gran Bretagna, Corea del Sud e Giappone).

La nuova formulazione della risoluzione è stata presa su iniziativa della rappresentanza italiana, ma la sua stesura è stata fatta ancora dal Costarica. La dichiarazione afferma "la proibizione di creare vita umana attraverso processi di clonazione e qualsiasi altra modalità di ricerca che possa raggiungere questo scopo". Rispetto alla risoluzione avanzata in origine dai paesi contrari alla clonazione, il termine "vita umana" sostituisce "esseri umani", riferito agli embrioni che la clonazione – anche quella terapeutica – crea per usarli a scopi scientifici e terapeutici.

Il rappresentante del Belgio, primo sostenitore della mozione pro-clonazione, ha detto comunque che la soluzione di una dichiarazione di principi "è sufficiente vaga da essere insignificante". Marc Pecsteen, rappresentante belga, ha già fatto sapere di non accettare la soluzione italiana perché non darebbe via libera in modo totale alla clonazione: "La specificazione 'vita umana' non è abbastanza ambigua e questo dà ancora dei problemi" nella pratica della clonazione.