La fame di energia della Cina rischia di eliminare l’acciaio
I tagli ai rifornimenti elettrici imposti dal governo alle acciaierie rischiano di far crollare il mercato dell’acciaio, già in calo rispetto allo scorso anno.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Sembra destinata a peggiorare la situazione della produzione di acciaio in Cina. Nonostante la necessità delle industrie, che hanno disperato bisogno del metallo per la produzione, i tagli ai rifornimenti energetici sta facendo calare le attività delle acciaierie e le importazioni dall’estero del materiale grezzo. Secondo gli esperti, circa 26 milioni di tonnellate di acciaio lavorato (pari a 42 milioni di metallo grezzo) rischiano di andare perduti entro la fine dell’anno.
 
Lo scorso 7 settembre, il governo centrale cinese ha ordinato la chiusura di 18 industrie dell’acciaio nella provincia settentrionale dell’Hebei, che dovranno interrompere la produzione per almeno un mese. Le acciaierie chiuse sono quelle che si sottraggono ai controlli statali per la protezione dell’ambiente e il risparmio energetico; la decisione di Pechino è stata presa di imperio dato l’altissimo livello di inquinamento locale e i tassi fuori controllo di consumo di energia elettrica.
 
La Cina ha importato nello scorso mese 44,6 milioni di tonnellate di acciaio grezzo, un calo del 13% rispetto ai 51,3 milioni di tonnellate di luglio. Le statistiche annuali, basate sulle importazioni effettuate nei primi 7 mesi dell’anno, mostrano un totale per il 2010 pari a 618,2 milioni di tonnellate. Anche qui un calo, rispetto ai 628,3 milioni del 2009.
 
Jeffrey Landsberg, analista dell’americana Commodore Research&Consultancy, spiega: “Ora bisogna vedere quanto la produzione interna di acciaio lavorato verrà colpita dalle restrizioni alle forniture di elettricità. Ma non bisogna farsi false illusioni. Le stime suggeriscono infatti un calo che va dal 10 al 70% rispetto al normale”.
 
Il governo sembra invece più positivo. Luo Tiejun, vice direttore dell’ufficio Materiali grezzi del ministero dell’Economia, spiega: “Il settore non dovrebbe subire un cambio significativo della domanda, nei prossimi mesi. Noi pensiamo che, nel 2010, si riusciranno a produrre dai 620 ai 630 milioni di tonnellate di acciaio lavorato”.