Teheran, raid nell’ufficio di Mousavi: sequestrati i computer
Il leader riformista sempre più nel mirino delle autorità, che gli hanno arrestato il collaboratore più vicino e lo tengono di fatto confinato in casa. Secondo il suo sito web, “ha inizio in Iran una nuova fase di repressione”.

Teheran (AsiaNews/Agenzie) - Si stringe il cerchio intorno all’ex candidato riformista Mir Hossein Mousavi, che sfidò il presidente Ahmadinejad durante le elezioni dello scorso anno. Dopo l’arresto nei giorni scorsi di un suo consigliere, avvenuto nei giorni scorsi, nella notte di ieri un gruppo di basij (i paramilitari fedeli al governo), ha fatto irruzione nel suo ufficio di Teheran sequestrando computer, libri e altro materiale politico. Lo ha riferito il sito web “Kaleme”, gestito proprio dall’ufficio di Mousavi e considerato una delle voci più note dell’opposizione.

Secondo l’articolo pubblicato per denunciare il raid, “in Iran ha avuto inizio una nuova fase di restrizioni”. Il governo non ha voluto commentare. Negli ultimi giorni,però, Teheran ha inviato diversi segnali che lasciano ipotizzare l’inizio di una nuova stretta contro l'opposizione e in particolare contro l’entourage di Mousavi. Dal 13 settembre gli agenti dell’intelligence avevano circondato l’ufficio del leader riformista non permettendo a giornalisti, attivisti e simpatizzanti di incontrarlo.

Successivamente la polizia iraniana ha arrestato il capo dell’ufficio di Mousavi, identificato solo con il cognome Mohseni. Secondo “Kaleme”, l’arresto “si giustifica esclusivamente con la volontà del governo di intensificare le pressioni sul capo dell’opposizione”. Nel mirino anche l’altro leader riformista, Mehdi Karroubi, che ha subito all’inizio del mese un attacco alla propria casa da parte delle Guardie rivoluzionarie.