In Punjab servono fondi per non lasciare gli alluvionati in mano ai talebani
di Jibran Khan
I casi di corruzione, mala gestione e discriminazioni negli aiuti umanitari rallentano le raccolte di fondi e favoriscono l’azione degli estremisti islamici tra gli alluvionati. Il primo ministro del Punjab invita i Paesi donatori a inviare aiuti e assicura la trasparenza e impegno da parte delle autorità. Nella sola regione oltre 6 milioni le persone colpite dalla catastrofe.

Lahore (AsiaNews) – In Pakistan, nel sud del Punjab, il ritardo degli aiuti nelle aree alluvionate rischia di promuovere l’azione di gruppi estremisti islamici, che trovano sempre di più spazio nelle operazioni di assistenza agli sfollati. A sottolineare il problema è Mian Shahhbaz Sharif, primo ministro della provincia del Punjab che ieri in una conferenza ha invitato i Paesi donatori a inviare aiuti, assicurando trasparenza e impegno da parte di autorità ed esercito.   “Assicuro – ha affermato – a tutti gli istituti e i rappresentati dei Paesi donatori  che i fondi e gli aiuti inviati per sostenere le vittime delle alluvioni saranno distribuiti con trasparenza”.

Durante la conferenza, Sharif ha elencato i vari sforzi compiuti in questi mesi da governo ed esercito e ha affermato che le autorità locali e nazionali hanno già elargito, per la ricostruzione, circa 200 dollari per ciascuna famiglia alluvionata. Egli ha aggiunto che il governo coprirà i costi di sementi e fertilizzanti, per gli agricoltori delle zone allagate.  

Le alluvioni di questi mesi hanno colpito nel solo Punjab oltre 6 milioni di persone. Oltre 1770 villaggi sono stati sommersi dalle acque con danni all’economia locale per 720 milioni di euro.  

In queste settimane, le continue notizie di casi di corruzione, ong false e discriminazioni nella distribuzione di aiuti umanitari hanno sollevato molte polemiche nella comunità internazionale, scoraggiando le campagne di raccolta fondi nei Paesi occidentali. Ieri i responsabili dell’ong britannica Oxfam hanno annunciato che la situazione è peggiore del previsto e invitato i donatori a elargire maggiori fondi per gli alluvionati. Secondo l’Onu, oltre il 70% della popolazione sfollata non ha accesso ad acqua potabile, mentre circa l’80% non gode di servizi igienici e non può nemmeno utilizzare l’acqua per lavarsi a causa delle infezioni.