La Giornata internazionale della nonviolenza nel ricordo di Gandhi
di Nirmala Carvalho
Secondo p. Nithiya, tutto il mondo deve abbracciare il messaggio di pace promosso dal Mahatma Gandhi. La necessità di guardare ai più poveri e bisognosi, perché solo con lo sviluppo degli ultimi si può raggiungere una società equa e tollerante.

New Dheli (AsiaNews) – Si celebra oggi in tutto il mondo la Giornata mondiale della nonviolenza, che coincide con l’anniversario della nascita del Mahatma Gandhi. Secondo la risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni unite del 15 giugno 2007, la ricorrenza è un’occasione per “diffondere il messaggio della nonviolenza, anche attraverso l’educazione e la sensibilizzazione pubblica”. La giornata coinvolge  governi e associazioni non governative che promuovono questi principi attraverso incontri, seminari, mostre fotografiche e letture pubbliche.

P. Nithiya OFM (Cap), segretario esecutivo della Federazione delle conferenze episcopali asiatiche (Fabc) presso l’Ufficio dello sviluppo umano, racconta ad AsiaNews la rilevanza del messaggio di Gandhi in India oggi:

“Purtroppo la maggior parte dei ricchi vivono di violenza e armi. L’India, è il secondo importatore di armi al mondo, e non investe in dialogo e iniziative di pace.

Ogni giorno i media sono pieni di notizie che parlano di violenza. Scuole e università non hanno pace, e l’India nella sua totalità sta diventando un Paese violento, in particolare contro i poveri, gli emarginati, le popolazioni indigene che vedono negato il loro diritto al cibo, all’acqua e alla terra. Le donne non sono ancora libere, né a casa né in pubblico. C’è una lunga strada da percorrere per imparare la tolleranza e la nonviolenza.

La Giornata di quest’anno dedica la sua attenzione ai popoli dei villaggi, mentre oggi l’interesse è solo per le città e le industrie. Migliaia di villaggi sono senza elettricità, sprovvisti di rifornimento idrico, rete stradale e centri medici.  

Gandhi parlava di Sarvodaya, una società che fosse in grado di garantire il benessere completo a tutti i cittadini, con eguali diritti economici, politici, civili e socio-culturali. Diritti oggi violati quando si tratta di poveri ed emarginati. L’India attuale non è quella sognata da Gandhi, ma il suo messaggio vale ancora oggi, e ogni decisione che prendiamo deve comprendere e coinvolgere anche i più bisognosi.

Questo mio discorso coinvolge non solo l’India, ma l’intera Asia, punto di incontro di diverse culture, tradizioni e religioni. Oggi più che mai c’è bisogno di accogliere e diffondere il messaggio del Mahatma: in India, in Asia, e in tutto il mondo”.