Il Vietnam invita la Cina al dialogo per le dispute territoriali
Ad Hanoi è iniziato ieri il primo convegno Asean per la cooperazione militare, con la partecipazione anche di Cina, Russia, Stati Uniti. Da mesi Pechino cerca di affermarsi con la forza su territori contesi, ma ora gli altri Paesi si rivolgono alla comunità internazionale.

Hanoi (AsiaNews/Agenzie) – Al vertice dell’Associazione delle Nazioni del Sudest Asiatico sulla cooperazione militare, iniziato ieri ad Hanoi, oggi il premier vietnamita Nguyen Tan Dung ha invitato a risolvere le dispute territoriali “con il dialogo e la cooperazione” e “in modo pacifico in accordo con la legge internazionale”. In aperto contrasto con la posizione cinese.

Ieri Il premier vietnamita, nell’aprire ieri i lavori, aveva sottolineato che “questo incontro è un nuovo importante passo verso la cooperazione nella difesa dei Paesi Asean”, che comprendono Vietnam, Singapore, Thailandia, Indonesia, Brunei, Laos, Cambogia, Myanmar, Filippine e Malaysia. A questo primo incontro sulla cooperazione militare sono pure invitati Australia, Cina, India, Giappone, Corea del Sud, Nuova Zelanda, Russia e Stati Uniti, per cui si tratta del massimo incontro mondiale per l’area sudest asiatico-Pacifico.

Tra le questioni attuali ci sono le dispute sui confini marittimi nel Mar Cinese meridionale tra Cina e molti Paesi del sudest asiatico. Da mesi Pechino ha iniziato una sempre maggiore presenza militare nelle zone contese. Presso le Isole Paracel, rivendicate dal Vietnam (e da altri Paesi Asean) e ricche di pesce e di energia, le vedette cinesi dal 2009 hanno fermato centinaia di battelli di pescatori vietnamiti, spesso sequestrando le imbarcazioni e arrestando gli equipaggi, inseguendoli o intercettandoli sin dentro le acque territoriali vietnamite. Da settembre la Cina aveva arrestato i 9 marinai di un peschereccio vietnamita, che ha rilasciato solo ieri dopo ripetute richieste formali di Hanoi.

La Cina rifiuta di sottoporre ad arbitri internazionali questioni che considera riguardanti la sua integrità territoriale. Ad Hanoi il ministro cinese della Difesa, generale Liang Guanglie, ha ribadito che non ogni contrasto può essere discusso “in un gruppo” e che la collaborazione sulla difesa non significa dover discutere “ogni questione”.

Vari Stati del sudest asiatico guardano sempre più agli Stati Uniti per raggiungere un bilanciamento di forze nella zona, soprattutto nel mare.

Nelle dispute sono intervenuti gli Stati Uniti, impegnati nel trovare una soluzione soddisfacente per tutti e attenti a riaffermare il diritto della loro presenza nel Mar Cinese Orientale e nelle zone vicine. Ieri il Segretario Usa alla Difesa Robert Gates ha ribadito che le dispute territoriali marittime dovrebbero essere risolte in ambito  internazionale, in contrasto con la posizione cinese.

Ieri è stata l’occasione per molti Paesi di avere incontri bilaterali al massimo livello. Attivi anche gli Usa con la Cina: Pechino aveva interrotto i rapporti militari con Washington 8 mesi fa, in protesta per la vendita di armi a Taiwan, ma li ha riallacciati di recente. Il Segretario Gates ha detto che il dialogo militare tra le due potenze ha grande importanza e “dovrebbe continuare senza riguardo per lo stato migliore o peggiore delle relazioni”.

Peraltro nessuno si aspetta novità da questo primo incontro sulla difesa nella zona e tutti concordano che sia molto utile già soltanto potersi incontrare e iniziare a discutere. Altre zone contese sono le Isole Spratly tra Malaysia, Filippine, Brunei, Vietnam, Cina e Taiwan, e Scarborough Shoal tra Filippine e Cina. Ieri si sono pure incontrati Giappone e Cina, dopo il recente contrasto per le Isole Diaoyu.