Crescono la violenza contro le donne pakistane e gli attacchi alle minoranze religiose
di Jibran Khan
Le famiglie delle vittime spesso hanno paura di rivolgersi alla giustizia nel timore di rappresaglie. Le proposte delle Commissione Giustizia e Pace per combattere il fenomeno.

Islamabad (AsiaNews) - I casi di stupro, e di attacchi alle minoranze religiose in Pakistan sono in un crescendo drammatico, e il 70% avviene in Punjab; questa è la denuncia di Kashif Mazhar, vicepresidente dell’organizzazione “Life for All”. Un fenomeno che ha visto di recente esempi di notevole crudeltà, in cui le famiglie delle vittime hanno paura di ricorrere alla giustizia. Una ragazzina cristiana di 13 anni, Kiran Nayyaz , è stata stuprata l’anno scorso, ed ha avuto un bambino. Suo padre, Nayyaz Masih ha detto ad AsiaNews: “Sono povero, lavoro come portiere alla scuola di Chak Jhumra. Mia figlia lavorava come cameriera, e mi aveva detto in precedenza di essere stata infastidita. L’ha stuprata un autista, Muahammad Javeh, che poi è fuggito”.

Joseph Francis, direttore nazionale del CLAAS ( Centro per l’Aiuto all’Assistenza Legale) ha dichiarato ad AsiaNews; “Nayiaz Masih e la sua famiglia sono venuti da noi, sotto shock, avevano persino paura di parlare di questo incidente. Abbiamo dato loro rifugio. Kiran ha avuto un bambino, e stiamo lavorando in accordo con la Commissione Giustizia e Pace per cercare di assicurare loro giustizia”.

Da Rawalpindi invece padre Anwer Patras ha confermato ad AsiaNews la notizia del rapimento, stupro e assassinio di una ragazzina cristiana di 12 anni, Lubna Masih. Il fatto è avvenuto il 27 settembre scorso. Lubna Masih studiava al Convento della Presentazione. E’ uscita i casa verso le 18.30; un gruppo di cinque giovani musulmani l’ha seguita, e poi l’ha caricata a forza su un auto, mentre. Lubna ha cercato di resistere e ha gridato, ma nessuno l’ha aiutata. I suoi rapitori l’hanno portata in un cimitero islamico, Dhoke Ellahi Buksh, violentata e uccisa, e poi hanno gettato il corpo per strada.

Saleem Masih, suo padre, ha detto ad AsiaNews,"Non riesco ancora a credere che sia successo. I responsabili sono protetti da influenti politici locali. Due organizzazioni ci hanno contattato, assicurandoci protezione. Ma non sono ancora sicuro di sporgere denuncia”. E il pastore Amer Anwer ci ha detto: “La famiglia è terrorizzata, non vuole andare in tribunale, sono ancora sotto chock”. La Commissione Giustizia e Pace, in uno studio sul fenomeno, ha lanciato alcune proposte. La prima: che ci siano donne poliziotto e responsabili per i diritti umani negli uffici di polizia, per occuparsi dei crimini contro le donne. Poi, che le leggi discriminatorie contro le donne sia emendate, E infine che si pensi a una forma di protezione legale per donne e bambini contro le violenze domestiche.