“Grande gioia” per il card. Zen a Shanghai, per la prima volta dopo 6 anni
di Zhen Yuan
Il vescovo emerito di Hong Kong visita la sede dell’Expo, dove incontra il vescovo Jin Luxian e il suo ausiliare, mons. Xing Wenzhi, che ha studiato nello stesso seminario del cardinale, quello del santuario mariano di Sheshan. L’incontro fra i vescovi “condizionato dal terribile sistema cinese”. Il ricordo di Liu Xiaobo.

Hong Kong (AsiaNews) – Il vescovo emerito di Hong Kong, card. Joseph Zen Ze-kiun, ha visitato in maniera “pubblica” Shanghai l’11 e il 12 ottobre scorso. Per la prima volta dopo sei anni, il porporato ha potuto recarsi nella sua terra di orogine. Una visita “piena di gioia” per il presule, che ha visitato l’Expo ed è andato a trovare il vescovo della città, il 95enne mons. Aloysius Jin Luxian, e il suo ausiliare mons. Joseph Xing Wenzhi.

Entrambi i presuli sono proprio di Shanghai: il card. Zen sottolinea ad AsiaNews che il secondo, 47 anni, “ha studiato nel seminario di Sheshan, quello dove ho studiato anche io”. Sheshan si trova alla periferia di Shanghai e ospita il santuario mariano più importante della Cina.

“Aver incontrato dopo tanti anni due fratelli nel Signore – ha detto il card. Zen ad AsiaNews – mi ha dato una grande gioia”. Tuttavia, scrive il vescovo del Territorio, “ricordando l’incontro con questi due fratelli mi fa pensare a una mosca nella pomata. Siamo grandi amici, ma sapevamo che c’erano parole che non potevano essere pronunciate e argomenti ‘sensibili’ che non potevano essere affrontati, perché il ‘sistema’ non lo vuole”.

Questo sistema, scrive ancora il vescovo, “è terribile! È divenuto un muro nei cuori delle persone e un lucchetto sopra le loro bocche. Non siamo forse adulti patrioti? Ma non possiamo parlare degli affari nazionali. Non siamo forse leader cattolici? Ma non possiamo discutere delle prospettive della Chiesa”.

In conclusione, mons. Zen si è chiesto “quando il popolo cinese potrà avere la libertà di aprire il proprio cuore e dire la verità” e ha chiesto al Signore di dare anche alla gente di Chiesa “la forza spirituale di Liu Xiaobo, vincitore del premio Nobel per la pace”.