Hong Kong, la Via Crucis per i perseguitati si farà
di Annie Lam
Prevista per domani, nel Territorio, la preghiera per la libertà religiosa in Cina e per i vescovi e i sacerdoti del Paese attualmente in galera: vinta la sfida di Giustizia e pace. Il vescovo di Hong Kong mons. Tong: “Il Nobel a Liu Xiaobo è un onore per tutti i cinesi”.

Hong Kong (AsiaNews) – La Chiesa di Hong Kong pregherà in pubblico per la libertà religiosa in Cina e per i vescovi e i sacerdoti del Paese attualmente in galera. Nonostante il governo locale non volesse dare l’autorizzazione, domani si svolgerà la prevista Via Crucis per le strade del Territorio organizzata dalla Commissione diocesana Giustizia e pace. Nel frattempo, il vescovo emerito mons. Zen e il suo successore mons. Tong si complimentano con Liu Xiaobo per il Nobel, un “onore per tutti i cinesi”.

All’incontro sarà presente anche il vescovo emerito della diocesi, card. Joseph Zen Ze-kiun, che terrà un discorso ai partecipanti: verranno ricordati i vescovi Su Zhimin di Baoding, Shi Enxiang di Yixian e il p. James Lu Genjun, sempre di Baoding.

In un primo momento, le autorità avevano negato l’autorizzazione alla manifestazione. A settembre il dipartimento culturale di Hong Kong aveva respinto la richiesta di Giustizia e pace di tenere la processione a partire dal Southorn Playground. La motivazione era che la zona era “al completo”. Alla nuova richiesta per ottenere la più piccola Lockhart Road, le autorità hanno continuato a opporsi per “questioni politiche”.

Soltanto dopo che i media hanno parlato del caso, il dipartimento ha concesso l’autorizzazione all’utilizzo del Southorn Playground. Ma, per la diocesi, a rischio ci sono i diritti degli stessi cittadini di Hong Kong: un comunicato stampa ha denunciato l’atteggiamento delle autorità.

Nel frattempo, il vescovo del Territorio mons. John Tong Hong ha accolto “come un onore per tutti i cinesi” il conferimento del premio Nobel per la pace al dissidente Liu Xiaobo, autore di Charta ’08, e ha fatto i complimenti a lui e alla sua famiglia. Il presule ha citato il premier Wen Jiabao, secondo cui “non si può fermare la richiesta di democrazia e libertà”

Il vescovo ha poi espresso la speranza di vedere un rapido rilascio di Liu e di tutti coloro che sono in galera per aver chiesto democrazia e libertà, compresa la libertà religiosa: “In questo senso, tutte queste persone possono dare un grande contributo alla nazione e al suo prestigio sul piano internazionale”. Da parte sua, il card. Zen ha detto ad AsiaNews: “Spero di vedere presto un appello alla libertà di Liu da parte di tutto il popolo cinese”.