Bambini israeliani e palestinesi educati a non amare
Il Christian Peacemaker Team ha compiuto uno studio su come i bambini di entrambi i popoli soffrono in maniera diretta e indiretta della violenza, che influenza negativamente il loro sviluppo. Uno studio sui libri di testi palestinesi mostra che gli ebrei sono presentati in termini denigratori.

 Khalil (Hebron) i bambini, palestinesi ed israeliani, non sono educati in uno spirito di amore. Il CPT ha una presenza permanente in Terra Santa. Negli ultimi quattro mesi ha raccolto dati per evidenziare i problemi affrontati dalle comunità nella città vecchia, nel villaggio di al-Bweireh alla periferia della città e nella valle di  Baqa. Anche uno studio sui libri di testo palestinesi dimostra l’educazione all’odio.

Un incidente rappresenta un microcosmo delle forme di violenza che continuamente si svolgono a Al Khalil (Hebron). Soldati israeliani sono entrati nella scuola Ibrahimi, ignorando il veto del Ministero palestinese, per identificare bambini che avevano scagliato un sasso contro un bambino dei coloni. Due ragazzi palestinesi sotto i 18 anni sono stati arrestati davanti ai loro coetanei e portati alla stazione di polizia.

Questo particolare episodio – afferma CPT - parla non solo della mancanza di imparzialità della polizia, ma anche di una realtà: le accuse dei coloni passano sopra al tentativo di difendere l'ambiente educativo dei bambini palestinesi.  L’ingresso dei soldati in istituzioni educative dimostra ai bambini che le scuole non sono luoghi sicuri per loro, creando ulteriori ostacoli all'istruzione. Inoltre, questa situazione evidenzia  - secondo CPT – come i bambini dei coloni siano  utilizzati per perpetuare la violenza.  La conclusione che CPT trae è questa. I bambini, sia palestinesi che israeliani, non sono educati in uno spirito di amore.  Le autorità israeliane in questo settore non stanno preparando i bambini per una vita di pace, di tolleranza e di uguaglianza.

La situazione non appare migliore se vista dall’altro campo. Il rapporto intitolato “Libri scolastici palestinesi: da Arafat ad Abu Mazen a Hamas”, approntato dall’Institute for Monitoring Peace and Cultural Tolerance in School Education  prende in esame 120 libri di testo palestinesi pubblicati fra il 2000 e il 2006. “La maggior parte dei testi palestinesi per i primi dieci anni di scuola, quelli pubblicati sotto l’amministrazione Arafat – spiega l’autore del rapporto Arnon Groiss – non facevano cenno ad alcuna presenza ebraica nell’antica terra d’Israele/Palestina, e non rappresentavano lo stato di Israele sulle mappe moderne. Gli ebrei venivano denigrati come cospiratori e assassini”.

Nei testi per l’11mo anno di scuola, pubblicati sotto l’amministrazione Abu Mazen, si tratta brevemente della storia ebraica in Medio Oriente, e per la prima volta è apparso il nome “Israele”. Ma nei libri di testo pubblicati per il 12mo anno di scuola su ispirazione del movimento islamista Hamas i miglioramenti sono immediatamente scomparsi. Gli ebrei vengono anzi equiparati a serpi assassine, e la lotta armata in nome della Palestina viene profusamente celebrata.