I G20 cercano un compromesso sulla guerra delle valute
Oggi a Gyeongju gli Usa vogliono la fluttuazione delle monete secondo il mercato. La Cina frena sull’apprezzamento dello yuan. A tema anche la riforma del Fondo monetario internazionale. Il tutto in preparazione al summit di Seoul in novembre.
Seoul (AsiaNews/Agenzie) – I ministri delle finanze delle 20 maggiori economie (G20) si incontrano oggi a Gyeongju per cercare di appianare quella che viene ormai definita una mondiale “guerra delle valute” e preparare il summit del G20 che si terrà l’11-12 novembre a Seoul.
 
Da tempo gli Stati Uniti accusano la Cina di tenere basso in modo artificiale il valore dello yuan, rendendo così molto competitive le sue esportazioni. Il segretario Usa del Tesoro, Thimothy Geitner ha perfino accusato Pechino di essere un “manipolatore di valuta”. Dall’altra parte, gli Usa hanno abbassato così tanto i tassi di interesse da penalizzare la valuta di altre nazioni, fra cui il Giappone.
 
Prima dell’incontro a Gyeongju, Washington ha espresso con chiarezza il desiderio che il G20 garantisca crescita e caduta libera delle valute, secondo il mercato. La Cina è contraria all’apprezzamento dello yuan, ma proprio nei giorni scorsi la Banca centrale di Cina ha alzato i tassi di interesse, creando le possibilità per un leggero apprezzamento del renminbi.
 
È probabile che il tutto si risolva domani in un comunicato generico che esorti a “non praticare una svalutazione competitiva” e a indirizzarsi verso un sistema di cambi più determinato dal mercato.
 
I rappresentanti del G20 discuteranno anche della riforma del Fondo monetario internazionale, da molti visto come l’arbitro per ogni conflitto di valuta. Al momento la sua struttura è determinata dalle nazioni a sviluppo avanzato. All’incontro di Seoul si pensa di arrivare a una revisione della struttura di governo dell’istituzione.