Vita consacrata: testimoni di fede, prima che professionisti
Al Congresso internazionale dei religiosi e religiose si dibatte sul futuro: ok a servizi e assistenza, ma è necessario lo Spirito.

Roma (AsiaNews) - C'è un futuro per la vita consacrata? Dal 22 al 27 novembre su questa domanda si stanno confrontando a Roma 850 tra religiose e religiosi da tutto il mondo, in rappresentanza di 200 mila consacrati e 800 mila suore. Al precedente congresso del 1993 erano presenti 380 delegati, in larghissima parte europei e uomini; questa volta è ben espressa la dimensione mondiale della vita religiosa: i 3/5 dei presenti sono donne; su 850 partecipanti, 95 vengono dall'Asia, 17 dall'Oceania, 91dall'Africa, 248 dalle Americhe e 399 dall'Europa. Sono 323 le superiore generali di istituti e congregazioni femminili presenti, 160 i superiori generali, 113 i delegati delle Conferenze dei religiosi, cui si aggiungono teologi e direttori di riviste di vita consacrata. L'incontro ha per tema "Passione per Cristo, passione per l'umanità".

Padre José Maria Arnaiz, segretario dell'Unione superiori generali, fra gli organizzatori del congresso, spiega ad Asia News : "si è cercato di scoprire i segni di vitalità che lo Spirito manifesta nella vita consacrata oggi, per discernere come renderli una tappa nuova della nostra storia di consacrati". Padre Arnaiz sottolinea che "pur in presenza di molte difficoltà che attanagliano la vita religiosa, prevale l'ottimismo, perché si ha la sensazione che qualcosa di nuovo stia germogliando. La vita religiosa sta assumendo nuova forza in Africa, Asia e America Latina. L'incontro tra la vita religiosa di derivazione europea e le nuove forme che si stanno affacciando nel mondo sarà importante e porterà delle novità che ancora non conosciamo. Novità che, nel corso del Congresso, abbiamo cercato di esplorare".

Particolare enfasi, durante i lavori, è stata data ai temi dell'inculturazione e all'esigenza di un forte ritorno alla spiritualità. "Uno dei grandi cambiamenti in atto nella vita religiosa – osserva padre Arnaiz - è questo: prima l'enfasi era sui "lavori" prestati, ora si fa più attenzione al fatto di esprimere un carisma. Rimane importante svolgere servizi educativi, assistenziali ecc., ma quel che conta di più è che vengano espresse le motivazioni spirituali di fondo. Meno professionisti, dunque, più testimoni". (GF)