Le inondazioni devastano la Thailandia: 56 morti, 30 province colpite
Le inondazioni causate dal tifone Megi sono giudicate, in alcune province, le peggiori da vari decenni. Bangkok si prepara ad affrontare la crisi, si temono esondazioni nella capitale.

Bangkok (AsiaNews/Agenzie) - E’ salito ad almeno 56 il numero delle vittime in Thailandia a causa delle inondazioni che da due settimane sconvolgono il Paese, diretta conseguenza del tifone Megi e che sono le peggiori da decenni per quanto riguarda alcune regioni del nordest. Circa due milioni e 800mila persone sono state coinvolte in maniera più o meno grave nel disastro, perdendo la casa, la terra o il bestiame.

L’acqua dei fiumi ha rotto gli argini in 30 province su 76. Nella provincia di Nakhon Ratchasima, tra le più colpite, il premier Abhisit Vejjajiva ha definito gli allagamenti i “peggiori degli ultimi 50 anni”. L’associazione dei produttori di riso – di cui la Thailandia è il principale esportatore al mondo – ha già calcolato una possibile perdita del 20 per cento della produzione.

Le acque dei fiumi in piena minacciano di causare esondazioni nei prossimi giorni anche a Bangkok, costruita a due metri sopra il livello del mare e dove confluisce gran parte del sistema fluviale nazionale.

Negli ultimi giorni centinaia di operai hanno rinforzato gli argini del fiume Chao Praya e hanno protetto le vie vicino ai canali con 200mila sacchi di sabbia, costruendo anche ponti pedonali temporanei per gli abitanti delle zone già colpite da allagamenti minori.  Un gran numero di pompe sono state installate nei punti più esposti della capitale, pronte a entrare in funzione. Lealluvioni hanno provocato un disastro nelle aree del nord-est, sommerse da un metro d'acqua. Nell'antica capitale di Ayuttahaya, 92 elefanti utilizzati come attrazione turistica sono stati portati in salvo con una marcia verso le vicine alture.

In realtà la forza piena del tifone Megi non si è ancora abbattuta sulla penisola indocinese. Megi avanza infatti in direzione sud-ovest a 19 chilometri all’ora, con venti che soffiano fino a 260 chilometri all’ora e dovrebbe continuare la sua strada verso ovest ed entrare nel mar della Cina meridionale martedì.