New Delhi (AsiaNews) – Dopo un’attesa di sette anni, la Corte suprema il 26 ottobre scorso ha dato il via libera ai tribunali in Gujarat per pronunciare i loro verdetti sulla strage ferroviaria di Godhra (2002), e i casi di violenza che ne seguirono. In questi anni, diverse commissioni d’inchiesta istituite dalla Corte si sono occupate delle indagini, senza poter formalizzare le accuse e procedere con i processi. Teesta Setalvad, un attivista per i diritti umani dell’associazione Cittadini per la giustizia e la pace (Cjp), ha dichiarato ad AsiaNews: “Il riscatto della giustizia, ora che tutte le indagini sono state completate, sarà accolto come un riconoscimento per le vittime di violenza e per noi che abbiamo sostenuto la lotta per la giustizia”.
Il 27 febbraio 2002 un incendio al Sabarmati Express uccise 59 passeggeri, la maggior parte dei quali membri del VHP – Vishwa Hindu Parishad, movimento fondamentalista indù – di ritorno da una manifestazione per la costruzione di un tempio indù ad Ayodhya. Poco tempo dopo Narendra Moodi, Chief Minister del Gujarat, dichiarò che si trattava di un atto terroristico di matrice islamica. Ebbe inizio un vero e proprio pogrom contro la comunità musulmana: nel giro di due mesi si registrarono più di duemila morti e 150mila sfollati.
La Cjp, fondata nell’aprile 2002 come risposta alla strage, ha come obiettivi la promozione dell’armonia, della pace e della giustizia tra persone appartenenti a diverse comunità religiose; la lotta contro ogni tipo di fanatismo e intolleranza; la riconciliazione di tutti i popoli dell’India, qualunque sia il loro ruolo nella società. I membri fondatori dell’associazione sono scrittori, attivisti per i diritti umani, giornalisti, architetti e attori, di diverse fedi religiose.