Primi risultati delle elezioni birmane macchiate di frode
Scontata vittoria dei partiti della giunta. Qualche seggio anche all’opposizione. Voti comprati dietro minaccia di far perdere il posto di lavoro, o in cambio di cibo. La condanna di Usa, Ue e altri Paesi.
Yangon (AsiaNews) – Cominciano ad arrivare i primi risultati delle elezioni tenutesi ieri in Myanmar, insieme a critiche della comunità internazionali e a denunce di frodi in diverse regioni del Paese. Fonti di AsiaNews denunciano pure la compra dei voti sotto minaccia di fame.
 
I primi risultati parlano di vittoria dell’Usdp (Partito dell’unione, della solidarietà e dello sviluppo), creato dalla giunta per accaparrarsi i voti, i cui candidati sono tutti militari dimessi apposta nell’aprile scorso per partecipare alle elezioni. L’altro partito che pensa di raccogliere molti consensi è il National Unity Party (Nup), succeduto al partito del defunto dittatore Ne Win.
 
I risultati finali saranno pubblicati dopo mesi, dato che i quasi 40 mila seggi sono sparsi su un vasto territorio le cui vie di comunicazioni sono spesso difficili.
 
Le accuse che vengono fatte qua e là è che molti voti sono stati raccolti prima delle elezioni; in alcune aree i birmani hanno ricevuto minacce di votare per l’Usdp, altrimenti avrebbero perso il lavoro; ai partiti dell’opposizione era proibito di mandare rappresentanti ai seggi.
 
Su 29 milioni di elettori, a oltre 1,5 milioni di elettori dei gruppi etnici è stato proibito votare perché la situazione era “troppo pericolosa” a causa di tensioni con i militari della giunta.
 
In ogni caso, secondo testimoni, non vi sono state né folle, né code ai seggi. In compenso i militari hanno presidiato le vie principali delle città per frenare possibili disordini. A osservatori indipendenti e giornalisti stranieri è stato proibito di seguire le elezioni. Telefoni e internet hanno subito interruzioni e oscuramenti. Va aggiunto che con qualunque risultato, il 25% dei seggi sarà riservato ai militari.
 
Stati Uniti, Londra, Parigi, Unione europea e Australia hanno condannato lo scrutinio perché eseguito a un livello “non accettabile” secondo gli standard internazionali.
 
La Lega nazionale per la democrazia (Nld), il partito di Aung San Suu Kyi, ha boicottato le elezioni giudicate solo una “farsa” per dare un volto accettabile e “laico” al dominio della giunta. Ma una parte dei membri del partito è entrata in lizza con un nuovo nome, l’Ndf (National Democratic Force), sperando che queste elezioni siano un passo – anche stentato – verso una piena democrazia. Dai primi risultati sembra che l’Ndf abbia vinto sei seggi a Yangon e cinque a Mandalay.
 
Fonti di AsiaNews affermano che la giunta ha preso vantaggio dalla miseria di molta parte della popolazione per comprare voti in cambio di cibo. “La gente è segnata da molti disastri: tempeste a Rakhine, alluvioni a Mandalay, insicurezza ovunque. E così essa è divenuta vittima dei partiti politici che la persuadono a votare per essi. Ma dopo le elezioni, potranno avere ancora cibo? E scuole per i propri figli? O dovranno far emigrare i loro figli per farli lavorare come schiavi nei Paesi vicini?”.
 
U Win Tin, della Nld, commenta: “Il nostro popolo ha fame non solo di cibo, ma di democrazia”.