La Cina alla conquista del sudest asiatico
Accordandosi con l'ASEAN, Pechino estende la sua influenza sulla regione.

Vientiane (AsiaNews/Agenzie) – La Cina  rinforza il suo ruolo economico nel sudest asiatico. A Pechino non bastava aver minato, all'ultimo meeting APEC, il potere statunitense in America latina. Alla conferenza ASEAN (Associazione delle nazioni del sud-est asiatico) in corso a Ventiane, in Laos, la Cina stringerà importanti accordi commerciali, che accresceranno la sua influenza nella regione, finora dipendente da Usa e Giappone. Ma, secondo alcuni, i favorevoli accordi economici potrebbero avere effetti negativi sui lavoratori dei Paesi ASEAN e bloccare il possibile processo democratico in tutta l'area, Cina compresa.

Gli accordi tra i 10 Paesi ASEAN (Brunei, Cambogia, Laos, Indonesia, Malaysia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia, Vietnam) e la Cina mirano a creare, entro il 2010, l'area di libero scambio più grande del mondo, con un volume di affari di oltre 2 mila miliardi di dollari Usa e un mercato di quasi 2 miliardi di persone. I Paesi ASEAN guardano con preoccupazione alla possibilità di un intervento militare cinese per risolvere le sue questioni territoriali. D'altra parte, però, la Cina è diventata il maggiore investitore nella regione. "Che ci piaccia o meno – ha detto Winichai Chaemchaeng, direttore generale  del dipartimento tailandese per le trattative commerciali – dobbiamo trattare con la Cina".

L'accordo tra ASEAN e Pechino verrà firmato oggi in occasione del meeting tra i leader APEC e quelli dei Paesi partner, tra i quali la Cina. L'accordo non si limita al piano economico; esso comprende misure per rafforzare la collaborazione su questioni di sicurezza, politica, tecnologia, medicina e trasporti. Gli interessi della Cina nell'impegnarsi in questo "piano d'azione" sono diversi: assicurarsi approvvigionamenti di petrolio e materie prime dal sudest asiatico, indispensabili per alimentare la sua crescita economica; isolare le spinte indipendentiste di Taiwan (nella loro dichiarazione finale, i ministri degli Esteri ASEAN hanno aderito al principio di "una sola Cina") ; stabilire cooperazione nell'addestramento militare; promuovere il turismo; creare un sistema per prevenire la diffusione di malattie quali Sars, influenza aviaria e Aids; perfezionare i collegamenti tra i Paesi della regione (un'autostrada tra Bangkok e la cinese Kunming, nel sud ovest, verrà completata entro il 2007).

Wu Dawei, vice ministro degli Esteri cinese, ha dichiarato che gli scambi con l'ASEAN potrebbero superare i 100 miliardi di dollari Usa nel 2004. "Lo sviluppo della Cina – ha aggiunto il ministro -  è un'opportunità e non una sfida per lo sviluppo del sudest asiatico". Analisti mettono in guardia sul risvolto della medaglia. Secondo Dan Lynch, professore di relazioni internazionali all'Università della California meridionale, le nazioni ASEAN potrebbero trarre benefici dal commercio con la Cina, ma andare contro gli interessi dei lavoratori medi. Il rischio è che la concorrenza cinese –manodopera numerosa a basso costo - comporti un aumento della disoccupazione e una diminuzione dei salari nei Paesi del sudest asiatico. Secondo alcuni analisti, inoltre, la continua crescita dell'influenza cinese sui Paesi ASEAN minaccia il loro sviluppo in senso democratico. Sotto la pressione occidentale a partire dagli anni'90, molti Stati del sudest asiatico hanno intrapreso il cammino verso la democrazia. "Ma oggi – avverte Lynch – se nessuno preme a favore di una democrazia in Cina, perché dovrebbero farlo i Paesi ASEAN?". (MA)