Il G20 decide di non decidere e rinvia tutto a Nizza
Sulla “guerra dello yuan” i Venti lasciano la palla in mano a Obama e Hu Jintao, che ne riparleranno durante l’incontro bilaterale previsto per dicembre a Washington. Sul clima nulla di fatto, l’appuntamento è per Cancun. Passa soltanto la “stretta” sulle banche.

Seoul (AsiaNews) – I Venti capi di Stato e di governo riuniti in Corea del Sud per il summit del G20 hanno deciso di non decidere su quasi tutte le questioni in campo, rimandando all’incontro di Cancun un’azione comune contro i cambiamenti climatici e al G20 di Nizza la riforma dei mercati valutari. La sensazione è che i partecipanti abbiano deciso di delegare a Obama e Hu Jintao una soluzione alla “guerra dello yuan”, che probabilmente arriverà a una svolta durante la visita del presidente cinese a Washington, prevista per dicembre.

Anche il documento finale che ha chiuso il vertice lascia molto spazio all’incertezza. Nonostante una ripresa economica che sta facendo passi avanti, dicono i Venti, “permangono i rischi di una nuova recessione”. In particolare, si legge nel documento finale del G20, “è necessario puntare su politiche coordinate per evitare gli squilibri”. I leader affrontano anche le problematiche relative alla politica monetaria: “Non bisogna attuare svalutazioni monetarie competitive”.

A minare la ripresa, secondo i leader riuniti a Seoul, “c’è proprio la crescita diseguale e gli ampi squilibri che stanno alimentando la tentazione di allontanarsi dalle soluzioni globali attraverso azioni non coordinate”. Proprio per evitare questo rischio, “il G20 indicherà delle linee guida, entro il prossimo anno, per individuare gli squilibri commerciali”.

Nel documento c’è poi l’impegno “a un sistema di cambi determinato dal mercato” oltre alla lotta al protezionismo. È necessario “resistere al protezionismo in ogni sua forma e eliminare ogni nuova misura”. Per quanto riguarda il capitolo banche il G20, promuovendo le regole di Basilea 3, “si impegna a realizzare una regolamentazione per evitare che le grandi istituzioni finanziarie possano fallire. I grandi istituti di credito dovranno rispettare tutta a una serie di regole più stringenti riguardanti il capitale, la liquidità e la valutazione di rischio. Queste regole eviteranno gli eccessi del passato”.