Disoccupazione intorno al 10%, scarso l’accesso alla sicurezza sociale
Secondo uno studio ufficiale, circa il 9,4% degli indiani sono disoccupati da oltre 6 mesi. Il settore agricolo e la pesca assorbono oltre la metà della forza lavoro. Ma la gran parte di chi lavora è autonomo e solo il 15% ha accesso alla sicurezza sociale.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Circa il 10% degli indiani è disoccupato, secondo un recente studio del ministro federale del Lavoro, compiuto su circa 46mila residenti in 28 Stati nell’intero Paese. Inoltre l’85% del campione non ha accesso alla sicurezza sociale.

Lo Studio del 2009/2010 dell’Ufficio del Lavoro è stato svolto in 300 distretti su residenti tra i 15 e i 59 anni. E’ risultato che il 9,4% degli intervistati era disoccupato o comunque senza lavoro da oltre 6 mesi. La percentuale sale all’11% nelle zone rurali, rispetto al 7,3% delle zone urbane, e le donne disoccupate sono più degli uomini. Con riguardo alle professionalità dichiarate dagli intervistati, tra i disoccupati un 45,5% indica di lavorare in agricoltura, foreste e pesca, il 7,5% si qualifica come operaio edile e il 9% nel settore manifatturiero. Peraltro, l’agricoltura resta la principale occupazione, con  il 57,6% di chi ha lavoro che è occupato in agricoltura, foreste e pesca, rispetto ad appena il 7% circa operaio edile, il 6,7% nelle manifatture e il 6% nei servizi sociali.

Oltre il 70% di chi ha lavoro sono piccoli commercianti, artigiani, contadini e altre figure che lavorano in proprio, mentre solo il 17% sono dipendenti con salario regolare.

Secondo lo studio, la percentuale della disoccupazione nelle zone rurali è in diminuzione.

Il dato sulla disoccupazione è comunque discusso e diversi studi hanno indicato una percentuale tra il 2,8 e il 10%. Peraltro molti analisti ritengono che i disoccupati siano molti di più e spiegano che questi studi spesso non indicano i “sottoimpiegati”, ovvero chi ha occupazione soltanto part-time o temporanea, spesso quali dipendenti per programmi statali di lavoro.

Il dato più preoccupante è, peraltro, lo scarso accesso alla sicurezza sociale. Ciò indica che molti lavoratori sono occupati in attività non stabili o sono autonomi e sono privi di qualsiasi tipo di sicurezza sociale.