Cristiani, musulmani, ong per la vita di Asia Bibi. La legge sulla blasfemia è “oscena”
di Jibran Khan
La donna condannata a morte ha ricevuto la vista dei suoi legali per stilare l’appello contro la sentenza. Cresce nel Paese il rifiuto della legge sulla blasfemia, usata per bieche vendette personali e per accrescere il fondamentalismo. Raccolte centinia di migliaia di firme a favore di Asia Bibi.
Islamabad (AsiaNews) – Personalità cattoliche e protestanti, studiosi musulmani e organizzazioni non governative protestano con forza contro la condanna a morte di Asia Bibi, una cristiana condannata a morte per blasfemia, la prima comminata a una donna. Essi premono anche sul governo pakistano perché emendi o cancelli la legge sulla blasfemia, definita “oscena”.I suoi legali l’hanno visitata in prigione oggi per stilare l’appello.
 
Il tribunale del distretto di Nankana (Punjab) – 75 km a ovest di Lahore, la capitale della provincia – lo scorso 7 novembre ha condannato a morte Asia Bibi, 45 anni, per blasfemia. Finora nessuna condanna per blasfemia è stata eseguita, ma vi sono state decine di assassini extra-giudiziari, eseguiti da folle inferocite. Attivisti per i diritti umani puntano il dito contro la legge, che incoraggia l’estremismo islamico in un Paese dove gli attacchi dei talebani sono continui.
 
Il caso di Asia risale al giugno 2009. Alla donna, una lavorante agricola, è stato chiesto di portare dell’acqua alle sue colleghe. Ma un gruppo di loro, musulmane, ha obbiettato dicendo che Asia, essendo non musulmana avrebbe reso impuro il recipiente e per questo non doveva toccare l’acqua.
Alcune delle donne musulmane hanno cercato di convincere Asia a rinunciare al cristianesimo e a convertirsi all’islam. Durante la discussione, Bibi ha risposto parlando di come Gesù sia morto sulla croce per i peccati dell’umanità, e ha chiesto alle altre donne che cosa avesse fatto Maometto per loro.
 
Alcuni giorni dopo le donne islamiche sono andate dall’imam locale, accusando Asia Bibi di aver proferito offese contro il profeta Maometto. Una di loro è la moglie dell’imam. L’imam si è quindi recato dalla polizia, che ha aperto un’inchiesta. Asia Bibi, arrestata nel villaggio di Ittanwalai, è stata accusata di aver violato la legge 295C (sulla blasfemia), che prevede la condanna a morte.
La sentenza, avvenuta quasi un anno dopo, è stata pronunciata dal giudica Naveed Iqbal. Secondo la copia del verdetto, egli ha “totalmente escluso” la possibilità che Asia Bibi fosse accusata ingiustamente e ha detto che “non vi erano circostanze attenuanti” per lei.
 
Il marito di Asia Bibi, Ashiq Masih, 51 anni, ha dichiarato ad AsiaNews che egli si appella contro la sentenza. La condanna ha bisogno di essere confermata dall’Alta corte di Lahore, prima di essere eseguita. Asia e Ashiq hanno cinque figli: due maschi e tre femmine.
 
Sadiq Masih, un parente della famiglia, ribadisce: “Asia è innocente. Gli abitanti del villaggio stanno prendendosi una vendetta personale”.
 
È la prima volta che si condanna una donna a morte per blasfemia, anche se lo scorso anno, per questo “crimine” una coppia di musulmani è stata condannata all’ergastolo.
 
Gruppi in difesa delle minoranze e attivisti per i diritti umani si stanno muovendo per chiedere la cancellazione della legge sulla blasfemia perché essa è sfruttata per bassi motivi personali e incoraggia l’estremismo islamico.
 
Ali Dayan Hasan, di Human Rights Watch in Pakistan afferma senza mezzi termini ad AsiaNews: “La legge sulla blasfemia è assolutamente oscena e va rifiutata in blocco. Essa è utilizzata soprattutto contro gruppi vulnerabili che soffrono discriminazione politica e sociale. In particolare essa è utilizzata contro le minoranze religiose e le sette eretiche musulmane”.
 
Shahbaz Batthi, cattolico, ministro federale per le Minoranze, conferma l’uso improprio della legge. Ad AsiaNews dice: “La legge sulla blasfemia è spesso utilizzata come uno strumento per risolvere questioni personali; l’85% dei casi sono falsi. Molti innocenti sono stati vittima di casi di blasfemia. I tribunali emettono verdetti, ma poi i crimini non vengono provati dalle alte corti. Non voglio commentare la sentenza su Asia Bibi, ma dico che lei ha la possibilità di appellarsi all’Alta corte e alla Corte suprema. Vi è perciò la possibilità che venga assolta. Personalmente ho scritto una lettera all’Ispettore generale della polizia, domandando sicurezza per Asia Bibi”.
 
“Il governo – continua – sta rivedendo la legge sulla blasfemia e sta lavorando perché essa non venga abusata. Gli emendamenti verranno presto introdotti per evitare vi siano in futuro ancora false accuse”.
 
Rizwan Paul, attivista dell’ong Life for All, sottolinea: “Non ricordo una sola condanna a morte per blasfemia che sia stata eseguita. Quasi sempre queste sentenze vengono cancellate in appello dalle corti più alte. Asia Bibi ha diritto ad appellarsi contro la condanna a morte”. Life for All ha lanciato un campagna nazionale di raccolta di firme per “salvare Asia Bibi”. In una settimana hanno già raccolto oltre 76 mila firme. Un’altra ong, Peace Pakistan, ne ha raccolte più di 51 mila.
I legali di Life for All hanno anche incontrato oggi Asia Bibi in carcere per stilare la richiesta di appello contro la sentenza.
 
Alexander John Malik, vescovo anglicano di Lahore, assicura il sostegno della sua comunità alla campagna per la raccolta di firme per Asia Bibi e aggiunge: “Condanniamo la crescente strumentalizzazione della legge sulla blasfemia. La comunità internazionale deve fare pressioni sul governo pakistano perché questi incidenti sono in aumento a un livello allarmante e se non si prende alcun provvedimento, le minoranze dovranno vivere sotto una costante minaccia”.
 
Critiche alla sentenza contro Asia Bibi e alla legge sulla blasfemia si diffondono anche nel mondo musulmano. Muhammad Hafiz, accademico musulmano dichiara ad AsiaNews: “La condanna a morte per Asia Bibi è stato un colpo per me. L’islam ci insegna a proteggere le minoranze religiose. Ho letto il verdetto della corte ed è totalmente ingiusto. Asia Bibi è innocente, è vittima di una rivalità personale. Sostengo con forza l’abolizione di questa legge discriminatoria. Negli ultimi anni i fondamentalisti hanno usato la legge sulla blasfemia come un’arma contro le minoranze religiose. Tempo fa due fratelli cristiani sono stati accusati di aver scritto un volantino blasfemo contro Maometto e sono stati uccisi all’esterno di un tribunale nel Punjab. Si tratta del pastore Rashid Emmanuel e di suo fratello Sajjad, colpiti da armi fa fuoco mentre lasciavano la corte di Faisalabad, dove centinaia di musulmani protestavano perché fossero condannati a morte”.