Delegazione IFJ indagherà sugli omicidi dei giornalisti
di Sonny Evangelista

Manila (AsiaNews) – A gennaio una delegazione di giornalisti e di responsabili della Federazione internazionale dei giornalisti (IFJ) andrà nelle Filippine, nelle aree nelle quali sono stati uccisi diversi giornalisti: essi chiederanno ai funzionari governativi di abbattere la cultura dell’omertà, che favorisce il dilagare delle uccisioni. Lo ha affermato ieri l’Unione nazionale dei giornalisti filippini (NUJP), sottolineando il clima di paura che regna fra i giornalisti del Paese.

Sabato scorso è morto un altro fotoreporter filippino: Allan Dizon, 30 anni, del giornale Freeman è stato ucciso in maniera brutale mentre cercava di fuggire nel retro di un centro commerciale di Cebu City, nelle Filippine centrali. Dizon è il quarto giornalista ucciso nel solo mese di novembre; dall’inizio dell’anno sono stati uccisi 12 giornalisti. La polizia sta ancora indagando per risalire alle ragioni dell’omicidio.

“Le violenze e gli omicidi sono in continuo aumento - afferma Christopher Warren, presidente IFJ - a dimostrazione che la retorica del governo sulla libertà di stampa e sulla giustizia per i giornalisti è solo questo, retorica”. Il presidente della Federazione internazionale dei giornalisti si chiede “quanti colleghi dovranno morire ancora, prima che il governo filippino trasformi le belle parole in azioni concrete?”. Egli ricorda che “gli autori dei crimini circolano liberi e impuniti” e sottolinea che i giornalisti continueranno a morire “se non si prenderanno rimedi concreti: la cultura dell’impunità deve finire”.

“L’omicidio di Dizon è una prova evidente che gli assassini sono sempre più sfacciati. Essi dimostrano che la retorica governativa sulla libertà di stampa e la tutela dei giornalisti non è seguita da fatti concreti” scrive in un comunicato Carlos Conde, membro del NUJP. Il fatto che l’omicidio sia stato perpetrato in un luogo pubblico dimostra che “gli assassini volevano dei testimoni sul luogo della barbarie, forse con lo scopo di accrescere la paura fra i giornalisti”.

Nell’ultimo mese tutti gli assassini sono stati eseguiti a sangue freddo e in luoghi pubblici; per fermare le violenze Conde sostiene che “è necessario applicare con forza la legge e portare i criminali nelle aule dei tribunali e processarli”. “Il 2004 – conclude il rappresentante dei giornalisti filippini – è stato un anno di lutti e di violenze per la categoria”.