Il gran Muftì alla Mecca condanna estremismo e violenza: il parere degli esperti
Gli esperti giudicano di grande interesse e valore la predica tenuta da Abdul Aziz al-Sheikh a centinaia di migliaia di pellegrini dell’Haj. Il muftì ha esortato a combattere l’avanzata dell’estremismo e le “ideologie pericolose”. Le sue parole sono state pubblicate su centinaia di media musulmani in tutto il mondo.

Riyadh (AsiaNews/Agenzie) – La predica tenuta quest’anno nella grande Moschea della Mecca durante l’Haj, il pellegrinaggio dei fedeli dell’islam, ha suscitato grande interesse da parte degli specialisti del settore soprattutto per la sua ferma condanna dell’estremismo. Estratti del sermone, che condanna il terrorismo e esorta alla moderazione sono stati riprodotti in centinaia di giornali in tutto il mondo arabo e dell’islam. Alcuni video del sermone, sottotitolati in inglese circolano su internet e sono stati postati anche su Youtube. Gli esperti pensano che il messaggio sarà ripreso con ampiezza e entusiasmo dal mondo islamico. L’autore della predica di quest’anno è lo sceicco Abdul Aziz al Sheikh, gran Muftì dell’Arabia saudita.

Abdul Aziz ha invitato i musulmani all’unità e alla fede; ha parlato della protezione dell’ambiente, e del bisogno di sicurezza. Ha ricordato ciò che succede quando la sicurezza è assente, le sofferenze delle donne e dei bambini, il disordine, l’assenza di pace e prosperità. L’islam è una religione di perdono e moderazione, ha detto. La violenza è contraria all’etica dell’islam, e il senso ultimo dell’islam è quello di diffondere pace e sicurezza.  La parte più interessante, secondo gli osservatori, è quella espressa dal gran Muftì parlando del concetto di sicurezza intellettuale. Il Muftì ha invitato tutte le comunità musulmane “a guardarsi da ogni deviazione, e in particolare dal fanatismo e dall’estremismo”. Ha ricordato che il progresso dei media e della tecnica hanno permesso la diffusione di ideologie pericolose e del cyberterrorismo. E, soprattutto ha invitato gli imam, i ricercatori, i gruppi di ricerca e i professori musulmani a diffondere il “vero messaggio” dell’islam e a combattere l’avanzata dell’estremismo.

Gli esperti fanno osservare che il gran Muftì dell’Arabia saudita non viene considerato di norma come un progressista. L’anno scorso, in un caso giudiziario, aveva affermato che le ragazzine di dieci anni sono pronte al matrimonio. Abdul Aziz viene dalla tradizione wahabita più rigida e più chiusa verso il progresso e il cambiamento. E’ per questo che il suo invito alla moderazione, e la condanna dell’estremismo, sembrano particolarmente notevoli. Gli esperti pensano che proprio per questo motivo le sue parole possono arrivare fino alle zone dell’islam più radicali e intransigenti. E avanzano anche l’ipotesi che questa sua posizione possa riflettere la tendenza alla moderazione ispirata dai vertici della dinastia saudita, preoccupata dalle derive fondamentaliste e dalla violenza terrorista.