Cristiano ucciso a Mosul: i vescovi protestano con il governo
Un giovane ingegnere è stato rapito dal suo negozio e ucciso in un luogo poco distante. Le delegazioni cristiane disertano per protesta una conferenza governativa sulla coesistenza e la tolleranza. Mons. Sako: “E’ nostro diritto democratico chiedere che le autorità difendano i cristiani”.

Mosul (AsiaNews) – Vescovi e i rappresentanti cristiani si sono ritirati da una Conferenza su “Coesistenza e Tolleranza sociale” organizzata a Erbil dal ministero irakeno dei Diritti Umani. Il gesto voleva essere una protesta contro l'ennesimo delitto compiuto ai danni dei cristiani. Il giorno prima, infatti, vi è stata un'altra vittima cristiana a Mosul. Si tratta di Fadi Walid Gabriel, 26 anni, siro ortodosso, rimasto vittima di un omicidio a sangue freddo compiuto da tre uomini.

L’uccisione del giovane ingegnere è avvenuta due giorni fa, il 30 novembre, e il funerale è stato celebrato ieri. Fadi Walid era nel suo negozio, nel quartiere Zuhoor di Mosul, dove era anche la sua residenza, quando tre uomini armati hanno fatto irruzione, e sotto la minaccia delle armi l’hanno obbligato a uscire. L’hanno condotto in un negozio nei pressi, vuoto, e l’hanno giustiziato a sangue freddo. Con la morte di Fadi Walid sale a otto il numero dei cristiani siri assassinati dopo il massacro della chiesa di Nostra Signora del perpetuo soccorso a Baghdad.

In segno di protesta contro quella che sembra un’ondata inarrestabile di violenze contro la minoranza cristiana, tutti i rappresentanti delle comunità cristiane si sono ritirate dalla conferenza su Coesistenza e Tolleranza sociale organizzata dal ministero per i Diritti umani irakeno. Fonti locali affermano che il vescovo Afak Assadorian, presidente del Consiglio delle chiese in Iraq ha dato il segnale del ritiro. Sia Assadorian che gli altri vescovi presenti hanno espresso pubblicamente il loro sdegno verso questo ennesimo attacco ai cristiani. La sessione è stata sospesa, e c’è stato un incontro di emergenza per convincere la delegazione cristiana a rientrare. Il che è accaduto dopo aver ottenuto l’assicurazione che le loro richieste verranno scritte nel “Manifesto” che sarà pubblicato alla fine della conferenza. Dopo la ripresa dei lavori, in un breve discorso, l'arcivescovo caldeo di Kirkuk, mons. Louis Sako ha detto: “E’ nostro diritto democratico chiedere al governo irakeno e al ministro della Difesa di imporre il loro controllo e proteggere i cristiani in Iraq; devono proteggere tutti, ma in questo momento particolarmente i cristiani irakeni”.