Asia Bibi: l’alta Corte di Lahore pospone l’udienza di appello contro la condanna
di Jibran Khan
Una nuova decisione dell’alta Corte rende più difficile la discussione sulla controversa legge, e impedisce al governo di procedere sulla via della grazia per la donna cristiana condannata. Ancora non è stata fissata la data per l’appello contro la sentenza di morte.

Lahore (AsiaNews) – L’alta Corte di Lahore ha emanato oggi un ordinanza preventiva per impedire che vengano presentati emendamenti o modifiche alla legge sulla blasfemia. Questa decisione è stata presa in risposta a un appello firmato da un privato cittadino, Muhammed Nasir che chiedeva alla Corte di giudicare la legittimità del Parlamento di modificare la controversa legge sulla blasfemia. E allo stesso tempo proroga fino al 23 dicembre ogni decisione sul caso di Asia Bibi.

Durante l’udienza riguardante la petizione, e nonostante che il vice procuratore generale abbia detto che nessun emendamento stia per essere presentato dal Governo, la Corte ha ordinato di non presentare nessuna proposta relativa alla legge sulla blasfemia fino a quando non sarà reso pubblico il verdetto sul caso di Asia Bibi. La data limite fissata dalla Corte è quella del 23 dicembre prossimo. La corte ha anche posposto l’audizione per l’appello presentato dalla famiglia di Asia Bibi contro la sentenza di morte per blasfemia emessa dal tribunale di primo grado. Ma ancora non è fissata la data dell’udienza dell’appello per la cristiana condannata a morte per blasfemia.

E la Corte ha stabilito che fino al 23 dicembre il governo non può procedere ulteriormente nell’esame della domanda di grazia presentata al presidente Asif Ali Zardari. In una seduta precedente la Corte aveva emanato un’ordinanza analoga, nei confronti di Zardari e del governatore del Punjab, Taseeri, ma la data limite era quella di domani 6 dicembre. Anche se il Presidente non era formalmente indicato nel procedimento, il Procuratore capo aveva fatto riferimento a lui dicendo che “Nessuna azione sarà presa o dal presidente del Pakistan o da nessuno che lavori sotto l’autorità di funzionari operanti sotto la supervisione del governatore del Punjab”.

Continuano a giungere adesioni alla campagna di AsiaNews: salviamoasiabibi@asianews.it . Le firme raccolte via Internet o su carta superano ormai le settemila.