Cina, India, Giappone e i patti con l'Asean
Concluso l'incontro a Vientiane con molte promesse e alleggerimenti fiscali per il futuro. Quasi nessuno spazio alle questioni dei diritti umani nella regione.

Vientiane (AsiaNews) – Concluso l'incontro Asean (Associazione delle nazioni del sud-est asiatico) a Vientiane, Laos, si traccia il bilancio di un meeting che ha rinforzato il crescente ruolo economico della Cina nel sudest asiatico e gettato le basi per creare il 3° blocco commerciale a livello mondiale dopo il Nafta (North America Free Trade Area) e l'Unione Europea.

Presenti al 10° meeting Asean (25-30 novembre), i leader dei 10 paesi membri (Brunei, Cambogia, Laos, Indonesia, Malaysia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia, Vietnam) e i rappresentanti delle nazioni partner: Australia, Nuova Zelanda, Cina, Giappone, Corea del Sud. Queste ultime saranno le protagoniste della creazione di un grande blocco commerciale che si prevede metterà in crisi il controllo statunitense sulla regione.

- Il summit di Vientiane ha visto la Cina firmare con l'Asean un accordo economico che darà vita all'area di libero scambio più grande del mondo, con un volume di affari di oltre 2 mila miliardi di dollari Usa e un mercato di quasi 2 miliardi di persone. L'accordo, che prevede l'abolizione delle tariffe e dazi doganali nella zona, sarà applicato in tempi diversi a seconda dei paesi: entro il 2010, per Brunei, Indonesia, Malaysia, Filippine, Singapore e Tahilandia, nel 2015 per Myanmar, Cambogia, Laos e Vietnam, paesi entrati da poco nell'associazione. Un taglio parziale delle tariffe inizierà già dal 1 luglio 2005. Analisti ritengono l'espansione della Cina nel sud est asiatico una minaccia per gli interessi di Usa e Giappone, e uno strumento per isolare Taiwan e le sue mire indipendentiste.

-  Tra i paesi Asean la rimozione delle tasse doganali in 11 settori chiavi avverrà in tempi diversi tra il 2007 e il 2012.

-  Asean ha gettato le basi anche per liberalizzare il mercato con la seconda più grande economia mondiale: il Giappone. Ieri, i paesi membri e il premier giapponese, Junichiro Koizumi, hanno fissato per aprile l'inizio dei colloqui, della durata prevista di 2 anni, per discutere delle modalità di taglio delle imposte.

-  Importanti risultati anche per l'India, invitata a partecipare al meeting. Ieri il premier indiano, Manmohan Singh, ha firmato un accordo con l'Asean, ritenuto "epocale". Si stima che con secondo questo piano il traffico tra i due partner passerà da 13 miliardi a 30 miliardi di dollari nel 2007. Secondo analisti, il rapporto con l'India potrà bilanciare quello con la Cina, da molti vista come ubna minaccia alla loro economia e alla loro sicurezza. Durante il summit, il primo ministro cinese Wen Jiabao e Manmohan Singh hanno riconfermato l'intenzione di trovare un accordo sull'Arunachal Pradesh (stato indiano territorialmente reclamato dalla Cina), anche se "la questione – come ha detto il premier cinese – richiede fiducia e pazienza".

-  Sebbene l'associazione non si occupi di problematiche interne ai singoli stati, ha creato imbarazzo la notizia dell'estensione di un anno degli arresti domiciliari alla leader democratica  Aung San Suu Kyi in Myanmar. Giappone e Filippine hanno invitato la giunta militare a muovere passi concreti verso la promessa democrazia. La Malaysia si è dimostrata cauta; il ministro degli esteri ha detto che "non sappiamo cosa stia succedendo di preciso". La Thailandia si è detta fiduciosa in un cambiamento. "Per ora – ha dichiarato il premier tailandese Thaksin Shinawatra -  non ci sono conferme ufficiali del prolungamento della pena a Suu Kyi". Il comunicato ufficiale firmato lunedì dai leader Asean non fa menzione del problema Myanmar. Il paese ospiterà il prossimo summit dell'Asean nel 2006.