Liberato, ma “reo confesso”, l’attivista dei bambini vittime del latte alla melamina
Nel suo blog ringrazia le autorità per la sentenza e chiede di non essere più disturbato. Alla condanna, lo scorso novembre, aveva promesso di ricorrere in appello, ma tempo fa ha licenziato il suo avvocato e rifiutato l’appello. Gruppi per i diritti umani sospettano uan confessione estorta in cambio della sua liberazione.
Pechino (AsiaNews/Chrd) – Zhao Lianhai, un padre che ha combattuto per le vittime dello scandalo del latte alla melamina, sembra sia stato liberato e non vuole vedere nessuno, né parlare più degli scandali passati. Lo afferma egli stesso nel suo blog, ma i suoi amici affermano che le sue parole sono una confessione forzata. La dichiarazione di Zhao Lianhai è apparsa sul sito di cui egli è responsabile, “Bambini con i calcoli renali”.
 
Zhao è divenuto molto noto in Cina dopo che il suo figlioletto è divenuto uno dei 300 mila piccoli ammalatisi di calcoli renali per essere stati nutriti con latte alla melamina. La sostanza veniva aggiunta al latte in polvere per far sembrare il latte più ricco in proteine. L’avvelenamento ha portato alla morte di almeno sei bambini. Dal 2008 in poi Zhao ha creato un gruppo di opinione e un blog on-line per chiedere il risarcimento dei danni. Per queste sue azioni lo scorso novembre egli è stato condannato a 2 anni e mezzo di prigione per “disturbo all’ordine pubblico”.
 
Al tempo egli ha criticato con forza la sentenza e ha detto che si sarebbe appellato. Invece, nella dichiarazione di ieri sera egli dice di riconoscere  “la sentenza a me data dalle autorità giudiziarie e spero che le altre persone non parlino più di questa questione”. E ancora: “Io sostengo, riconosco e ringrazio il governo ed esprimo il mio profondo dispiacere per le mie previe opinioni estreme verso il governo”.
 
“Spero – egli aggiunge – che il mio incidente possa calmarsi al più presto. Questo porterà beneficio alla nazione e alla società, come pure alla mia famiglia”.
 
L’avocato di Zhao, Li Fangping, ha dichiarato di non sapere nulla di lui: il telefonino di Zhao e di sua moglie sono spenti; le autorità giudiziarie di polizia non rispondono alle domande. Gruppi di attivisti pensano che la confessione di Zhao sia stata estorta in cambio della sua probabile liberazione. Tempo fa Li Fangping ha ricevuto anche un messaggio in cui Zhao lo sollevava dall’incarico di difenderlo e rifiutava anche di procedere con l’appello.
 
Nel suo messaggio di Natale, mons. John Tong, vescovo di Hong Kong, aveva domandato la liberazione di Zhao Lianhai, per “aver rivelato la verità sul latte avvelenato” e l’aveva definito “una stella splendente”, simile alla cometa che guida i re magi alla grotta di Betlemme.