Hong Kong all’avanguardia nella ricerca mondiale sui genoma
Il Bgi, compagnia cinese leader nel settore, ha stabilito nella città un centro di ricerca molto avanzato. Saranno studiate le sequenze di migliaia di genoma. Esperti: i centri di ricerca in Asia competono con quelli di tutto il mondo.

Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – Hong Kong diventerà in pochi anni un centro all’avanguardia nella ricerca sui geni e il genoma, grazie ai nuovi laboratori del Bgi (Beijing Genomics Institute), leader cinese del settore.

Il Bgi ha dislocato a Hong Kong un centro di ricerca sulle sequenze dei geni, grazie a un finanziamento per 10 miliardi di yuan con basso interesse erogato dalla statale Banca di Cina per lo Sviluppo. Sono utilizzati supercomputer tra i più avanzati, in grado di eseguire la sequenza di 1.300 genomi umani al giorno.

Individuare le sequenze dei geni costituisce la base dell’attuale biotecnologia. Per esempio, aiuta a identificare le anormalità genetiche e le malattie ereditarie; inoltre consente di produrre nuovi farmaci. Nell’agricoltura, i geni delle coltivazioni sono modificati per aumentare gli aspetti positivi e diminuire quelli indesiderati. In biologia, questa conoscenza consente lo studio dell’evoluzione dell’organismo tramite le modifiche genetiche avvenute.

Kevin Daviers, caporedattore della prestigiosa rivista Usa Bio-It World, spiega al South China Morning Post che il centro di Hong Kong è il maggiore dell’Asia e “ha la stessa capacità dei 3 maggiori centri sul genoma degli Usa, come il Broad Institute, l’Università di Washington e il College Baylor di Medicina, insieme”.

Il centro vuole ora eseguire la sequenza del genoma di 1.000 tra piante e animali e 10mila microbi, per espandere il database delle sue informazioni in materia. Vuole anche lavorare a un progetto controverso ma ambizioso: individuare i geni responsabili dell’intelligenza dell’uomo.

Questa mole di ricerche ha anche risvolti economici: l’istituto ha contratti di ricerca con primarie ditte come la farmaceutica Merck, mentre sono pure interessate, tra le altre, le compagnie GlaxoSmithKline, Pfizer, Lilly e Novartis.

Sumio Sugano, professore di Scienze Biologiche presso l’Università di Tokyo, spiega che l’istituto ha oltre 1.600 ricercatori complessivi nei centri di Hong Kong e Shenzhen, tutti sotto i 30 anni, più di quanto possa permettersi qualsiasi entro bioinformatico in Europa o Usa. Per Sumio, la mole di ricerche svolte è favorito dal basso costo, in Cina, per salari, apparecchiature elettroniche, sostanze chimiche e altre spese, costo molto  inferiore che nei Paesi occidentali. Il Bgi ha pubblicato le sue ricerche in note pubblicazioni scientifiche, come Nature e Science.

Kelvin Lee, professore di Ingegneria Chimica all’Università del Delaware, dice che il Bgi, grazie alla disponibilità di un grande quantità di notizie sulle sequenze dei genoma, può fornire le basi necessarie per gli ulteriori studi sul genoma.

Dennis Lo Yuk-ming, professore di medicina all’Università cinese, osserva come il Centro dimostra che “gli scienziati asiatici possono competere ai massimi livelli mondiali”.