Massacro di cristiani ad Alessandria d’Egitto. Autobomba esplode davanti a una chiesa
L’attentato è stato compiuto poco dopo la mezzanotte del 1 gennaio 2011, mentre stava terminando una messa. Il bilancio è al momento di 21 morti e 43 feriti. Un possibile collegamento con le minacce di Al Qaeda dopo la strage della cattedrale siro-cattolica di Baghdad.

Alessandria d’Egitto (AsiaNews/Agenzie) – Un’autobomba è esplosa ieri notte davanti a una chiesa copta ad Alessandria d’Egitto, poco prima che la messa terminasse. Il bilancio di questo attentato sanguinoso è, per il momento, di 21 morti e 43 feriti. Un testimone oculare ha riferito a corrispondenti di agenzie di un vero e proprio “bagno di sangue”, con decine di corpi martoriati stesi a terra. All’esplosione sarebbero poi seguiti scontri a colpi di bastone fra cristiani e musulmani nelle strade adiacenti alla chiesa.

Un sacerdote del posto ha detto che il bilancio di morti e feriti avrebbe potuto essere ben peggiore se l’automobile fosse esplosa solo qualche minuto più tardi, a messa terminata. Dopo l’attentato testimoni raccontano che molti dei fedeli si sono radunati davanti ai resti bruciati dell’automobile cantando: “Offriamo le nostre vite e il nostro sangue per la Croce”. L’attacco di ieri notte riporta alla mente il massacro compiuto il 31 ottobre a Baghdad, alla cattedrale siro-cattolica, e le minacce di Al Qaeda ai cristiani d’Egitto.

Il sindaco di Alessandria, il gen. Adel Labib, ha detto alla TV egiziana che ci sono state minacce di attacchi alle chiese di recente.  Il ministero dell'Interno egiziano ha imposto misure di sicurezza severe intorno a tutte le chiese. "Lo sforzo islamico di ripulire il Medio Oriente dai cristiani è aumentato", scrive con amara ironia un sito copto. In un comunicato pubblicato dall'agenzia di stampa egiziana, il presidente egiziano Hosni Mubarak ha fatto appello agli egiziani, “Copti e musulmani, a conservare la loro unità di fronte alle forze terroristiche che minano la stabilità della patria e la sua unità".