Singapore, un’incredibile ripresa economica
di Jeremy Lim
Nel 2010 il Paese è uscito dalla recessione, grazie all’incremento nel settore turistico e nei servizi. Il governo ha già stabilito una serie di misure per controllare l’inflazione e frenare il divario di reddito tra i cittadini. Insieme a Malaysia, Corea del Sud e Thailandia, Singapore è tra le economie in più rapida crescita al mondo.
 Singapore (AsiaNews) – Il 2010 è stato l’anno della ripresa economica per Singapore: uscita dalla recessione, la città-stato ha raggiunto un tasso di crescita del 14,7%, piazzandosi così tra le economie in più rapida crescita al mondo.

Il 31 dicembre scorso la Borsa di Singapore ha chiuso a 495,9 miliardi di euro, rispetto ai 403,5 miliardi di euro del 2009. Il dato supera anche il picco del 2007, l’ultimo prima della recessione.

La crescita del Paese è stata trainata dal doppio motore dell’industria e dei servizi. Nel turismo, il valore di mercato della Genting Singapore, una compagnia ad alta capitalizzazione monetaria (blue-chip), ha raggiunto il 76%. La società gestisce il Resort World Sentosa, che ospita uno dei due nuovi casinò dell’isola.

Il primo ministro Lee Hsien Loong, nel suo discorso di fine d’anno, ha avvertito la popolazione di non aspettarsi una crescita simile nel 2011: “Dobbiamo gioire di questo eccezionale risultato; ma ricordate che è frutto di circostanze particolari, che dubito possano ripetersi a breve”. Il governo prevede una crescita del 5% nell’anno appena iniziato.

Il premier ha sottolineato che a seguito di una crescita così rapida, il Paese dovrà fare i conti con un divario di reddito sempre maggiore. Per questo, il primo ministro ha elencato una serie di piani di governo mirati ad aiutare i cittadini: sussidi per le case ai gruppi a basso reddito e aliquote più basse per l’imposta sul reddito delle fasce medie. Lee Hsien Loong ha aggiunto che il governo investirà molto nell’istruzione.

Nel corso del 2010 altri mercati asiatici sono usciti dalla recessione. La crescita economica ha raggiunto il 19% in Malaysia, il 22% in Corea del Sud, e addirittura il 41% in Thailandia.