Liu Xiaobo non sa della morte di Szeto Wah
L’icona democratica di Hong Kong, morto lo scorso 2 gennaio, era stato invitato alla cerimonia di consegna del Premio Nobel al dissidente cinese. Ma è impossibile, per ora, comunicare con Liu o con la sua famiglia: la moglie, in maniera illegale, è ancora ai domiciliari.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il Premio Nobel per la pace, Liu Xiaobo, non sa della morte dell’icona democratica di Hong Kong, Szeto Wah. Il defunto, leader del Partito democratico del Territorio e organizzatore delle grandi veglie in memoria dei martiri di Tiananmen, era stato invitato a partecipare alla cerimonia di consegna del Premio lo scorso 10 dicembre a Oslo.
 
Dalla morte di Szeto, avvenuta lo scorso 2 gennaio, diversi attivisti per i diritti umani stanno cercando di comunicare il triste avvenimento a Liu Xia, moglie dell’autore di “Carta 08” condannato nel 2008 a 11 anni di galera. Ma il governo cinese, senza alcuna giustificazione legale, ha costretto anche la donna agli arresti domiciliari: per ora, nessuno è riuscito a contattarla in maniera diretta.
 
Liu Xiaoguang, fratello del Nobel, ha dichiarato che comunicherà la notizia al suo congiunto appena riuscirà a incontrarlo in carcere. Un ufficiale di pubblica sicurezza di Dalian gli ha detto che potrà vedere il fratello, forse, intorno alla metà di gennaio: al momento, Liu è chiuso nella prigione di Jinzhou, provincia del Liaoning.
 
Szeto Wah lottava da anni per la libertà dei dissidenti cinesi. Al suo funerale, che si terrà il 29 gennaio nella chiesa di Sant’Andrea, dovrebbero partecipare Wang Dan e Wuer Kaixi, leader del movimento pro-democrazia di piazza Tiananmen: ma il governo di Hong Kong non si è ancora espresso sull’argomento, e potrebbe decidere di non dare loro il permesso di entrare nel Territorio.
 
Dieci membri del Partito civico hanno marciato ieri fino al quartier generale del governo centrale nel Territorio per chiedere a Pechino di concedere il permesso ai due attivisti. Alla cerimonia parteciperanno alcuni rappresentanti del governo di Hong Kong, ma per ora nessuno del governo centrale: gli organizzatori hanno dichiarato di essere pronti a riservare dei posti per gli inviati di Pechino, se chiederanno di “intervenire”.