Asia Bibi: non è sicura in carcere, afferma l’Intelligence pakistana
di Jibran Khan
Una relazione dei Servizi di Islamabad denuncia le falle nella protezione della donna, e consiglia il trasferimento. Il Ministro per le minoranze Bhatti: “Dopo l’assassinio di Taseer sono io il bersaglio più alto” dei possibili killer radicali.

Lahore (AsiaNews) – Nessuna misura speciale di sicurezza è stata presa per proteggere la vita di Asia BibI, la cristiana condannata a morte per blasfemia: lo afferma una relazione dei Servizi di intelligence  provinciali al proprio quartier generale. Asia Bibi è stata condannata da un tribunale di primo grado nel novembre 2010, in seguito ad accuse poco credibili. La donna ha subito numerose minacce di morte. Un leader religioso è giunto a offrire una somma di denaro a chiunque la uccida. (04/12/2010 Imam di Peshawar: "Una ricompensa per chi uccide Asia Bibi”). Le minacce sono divenute sempre più reali dopo l’assassinio del Governatore del Punjab, Salman Taseer, che aveva preso le difese della donna e criticato la legge sulla blasfemia.

Il governo centrale aveva chiesto a quello provinciale di prendere misure speciali di sicurezza, ma la richiesta è rimasta inevasa. Asia Bibi è nel reparto femminile del carcere di Sheikhupura insieme ad altre 15 detenute. Una donna poliziotto assicura il controllo all’interno, e cinque agenti si occupano della vigilanza all’esterno della perimetro. Due pattuglie di motociclisti pattugliano i dintorni della prigione.

La relazione afferma che “gli agenti non sono vigilanti, la più parte del tempo sono assenti, specialmente i motociclisti”. Il rapporto suggerisce che Asia Bibi sia inviata nella prigione femminile di Multan, dove “le condizioni di sicurezza sono migliori, per prevenire la possibilità di un attacco o di un incidente imprevisto”.

Intanto, il Ministro per le minoranze Shabaz Bhatti, che ha criticato spesso di recente la legge sulla blasfemia, ha detto di essere diventato, dopo l’assassinio di Salman Taseer “Il bersaglio più alto” dei possibili assassini.

“Durante il caso di Asia Bibi ho ricevuto costantemente minacce di morte” ha detto Bhatti. “Dall’assassinio di Salman Taseer…questi messaggi mi giungono anche in forma pubblica”. Bhatti e i suoi alleati dicono che la legge sulla blasfemia è spesso usata per regolare conti personali. Bhatti sostiene che delle fatwa sono state emanate contro di lui da leader islamici estremisti a cui si permette di diffondere messaggi violenti impunemente. Continua la campagna: salviamoasiabibi@asianews.it