Cristiani denunciano: le autorità complici degli estremisti in Karnataka
di Nirmala Carvalho
False accuse montate contro giovani cristiani, mentre gli aggressori restano impuniti. Il presidente del Global Council of Indian Christians, Sajan K. George, fa un appello al governo: “Deve prendere immediate iniziative per proteggere le vite e le proprietà della microscopica comunità cristiana”.

 Bangalore (AsiaNews) – In Karnataka le autorità di polizia sono troppo spesso complici con gli estremisti Hindutva, come dimostra il caso del pastore Isaac Samuel (04/01/2011 I radicali indù montano una falsa storia contro il predicatore aggredito). E almeno 200 giovani cristiani si trovano a rispondere di false accuse lanciate contro di loro nei disordini del 2008, seguiti agli attacchi degli estremisti indù, che invece continuano a restare impuniti.

Il Global Council of Indian Christians (GCIC) denuncia questa disparità di trattamento, e le collusioni locali, stilando un bilancio provvisorio della situazione delle violenze commesse contro la minoranza cristiana in Karnataka. Parlando in esclusiva ad AsiaNews  Sajan K. George, presidente del GCIC ha detto: “Sulla base delle denunce registrate presso la Commissione nazionale per i diritti umani dell’India e la Commissione per i diritti umani dello Stato, almeno 28 attacchi sono stati registrati fra l’agosto e il settembre 2008. E ancora adesso la gioventù cristiana della zona deve fronteggiare circa 200 casi di denunce in tribunale collegate con i disordini che hanno fatto seguito agli attacchi organizzati e ben pianificati contro le chiese e i luoghi di preghiera intorno a Dakhina Sannada il 14 e il 15 settembre 2008. Ma al contrario le denunce contro gli aggressori, che sono membri dello Sri Ram Sena, non hanno avuto seguito”.

Sajan K. George aggiunge: “E’ causa di seria preoccupazione il fatto che il futuro di giovani cristiani innocenti sia messo in pericolo, con false accuse depositate contro di loro. A causa di queste false accuse, vengono negate loro opportunità di lavoro. Molte denunce sono state registrare dalle autorità grazie a pressioni dall’esterno. Mentre non è stato fatto nulla da parte dei responsabili locali per perseguire coloro che si sono responsabili di violenze e aggressioni verso i cristiani. E ciò è avvenuto a dispetto delle indicazioni precise emanate dalla Commissione per i diritti umani”.

Il presidente del GCIC fa un appello al governo del Karnataka: “Deve prendere immediate iniziative per proteggere le vite e le proprietà della microscopica comunità cristiana. E soprattutto deve assicurare alla comunità cristiana, come vuole la nostra Costituzione nazionale, la possibilità di praticare in pace la propria fede, e garantire la sicurezza dei luoghi di culto”.