Sri Lanka, nuovi progetti turistici minacciano la vita dei pescatori
Herman Kumara, segretario generale del World Forum for Fisher People, lancia un appello perché le comunità dell’arcipelago di Kalpitiya possano tornare a pescare. Da due mesi non possono lavorare perché le coste sono recintate.
 Colombo (AsiaNews/Agenzie) – Da due mesi le spiagge delle isole di Mohoththuvarama, Uchchimune, Keerimundel e Baththalangunduwav (arcipelago di Kalpitiya, provincia nord-occidentale) sono recintate da filo spinato, per impedire l’accesso a pescatori locali, impossibilitati a lavorare. Ciò ha gravi conseguenze su queste comunità, la cui sussistenza dipende tutta dalla pesca.

Dopo il caso dei pescatori della laguna di Negombo, che nei mesi passati hanno combattuto una dura campagna contro il Seaplane project, nuovi progetti turistici del governo minacciano dunque la vita di altre comunità in Sri Lanka.

“Viviamo qui da generazioni, e ogni anno paghiamo 38 dollari per i permessi – lamenta il signor Aibu, uno dei leader della comunità – non sappiamo a chi chiedere aiuto, siamo poveri e impotenti”.

Herman Kumara, segretario generale del World Forum for Fisher People (Wffp), afferma che il Coast Conservation Department (Ccd), il ministero della Difesa e l’Ente turistico dello Sri Lanka avrebbero ottenuto i permessi per recintare le spiagge dichiarando che i pescatori non sono proprietari di quelle terre, e che le loro reti da pesca sono dunque illegali.

Kumara ha denunciato questo nuovo sopruso l’11 gennaio scorso, durante una conferenza stampa tenutasi a Negombo presso la segreteria del National Fisheries Solidarity Movement (Nafso).