Si chiude la missione di pace Onu in Nepal con un nulla di fatto
di Kalpit Parajuli
La missione era iniziata nel 2007 per reintegrare i guerriglieri maoisti nella società e aiutare le istituzioni a riscrivere la costituzione dopo 10 anni di guerra civile. Nessuno degli obiettivi è stato portato a termine per frizioni fra partiti e inerzia dei funzionari Onu.
Nepal (AsiaNews) – Dopo quattro anni, l’Onu chiude la sua missione di pace in Nepal (United Nation Mission in Nepal - Unmin). La bandiera delle Nazioni Unite è stata ammainata a Kathmandu lo scorso 15 gennaio, in seguito al rifiuto del governo di rinnovare il mandato per altri quattro mesi. Degli oltre 1400 impiegati, resterà solo una piccola delegazione ad amministrare le operazioni di chiusura. L’Onu continuerà comunque a tenere sotto controllo la situazione nel Paese attraverso il United Nations Country Team e il Department of Political Affairs.  

L’Unmim era nata nel 2007 all’indomani della caduta della monarchia, per consentire il reintegro degli ex guerriglieri maoisti nella società e aiutare i partiti democratici a scrivere una nuova costituzione.  Tuttavia, in questi anni nessuno degli obiettivi prefissati è stato portato a termine a causa delle frizioni tra il partito maoista e l’esercito, ma anche per l’inerzia dell’Onu. A tutt’oggi sono oltre 15mila i guerriglieri maoisti ancora chiusi nei campi di addestramento. Secondo gli analisti la presenza della missione ha bloccato il passaggio di consegne dalla monarchia alla repubblica, ponendosi come una specie di terza forza estranea al Paese.    

Nonostante le critiche e i pochi risultati raggiunti, la chiusura della missione Onu ha destato preoccupazione nella comunità internazionale che teme una nuova guerra civile. Da oltre sette mesi il parlamento non riesce ad eleggere un nuovo primo ministro e il Paese si trova in una situazione di grave crisi economica.

Ieri, membri del governo, esercito e Partito maoista hanno firmato un accordo per creare l’Army Integration Special Committee, un team al di sopra delle parti in grado di portare avanti il lavoro dell’Unmin. Il comitato sarà composto di 64 membri, 16 per ogni forza armata del Paese, e avrà il compito di monitorare la situazione nei campi profughi e il futuro reintegro dei guerriglieri maoisti. Balanada Sharma, coordinatore del comitato, sottolinea che questa iniziativa è in linea con il mandato del governo e verrà portata a termine. Nanda Kishor Pun, comandante dei guerriglieri maoisti afferma che “il comitato aiuterà i combattenti a trovare un posto dignitoso per la loro integrazione”. “Non ci dovranno essere posizioni di parte – aggiunge – altrimenti potranno accadere disordini e il processo di pace non verrà mai portato a termine”.