Confermato l'ergastolo per Dara Singh, assassino del pastore Graham Staines
Nel 1999, in Orissa, l’estremista indù bruciò vivo il missionario australiano e i suoi due figli. La sposa di Staines aveva perdonato i responsabili dell’orrendo crimine, condannato a morte nel 2003. Sajan K. George: “Siamo contro la pena di morte, ma ci auguriamo che Dara Singh sconti la sua pena in prigione, fino alla fine dei suoi giorni”.

Mumbai (AsiaNews) – La Suprema corte ha confermato la prigione a vita per Dara Singh, responsabile dell’assassinio del missionario australiano Graham Staines e dei suoi due figli nell’Orissa nel 1999. Anche un complice di Singh, Mahendra Hembram, è stato condannato all'ergastolo.

Il presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), Sajan K. George, ha detto ad AsiaNews che il Gcic accoglie favorevolmente il verdetto della Suprema corte di conferma della sentenza nei confronti di Dara Singh. Il Gcic è sempre stato contrario alla pena di morte, ma ci auguriamo che Dara Singh sconti la sua pena in prigione, fino alla fine dei suoi giorni”.

L’Ufficio centrale di indagini  (Central Bureau of Investigation, Cbi) voleva la condanna a morte per Singh, che era legato al gruppo di estrema destra indù Bajrang Dal. Il Gcic si è opposto alla richiesta di condanna a morte. La moglie del pastore ucciso, Gladys Staines, aveva già perdonato Dara e i suoi complici, coinvolti nel brutale assassinio del marito e dei figli. (20/01/2009 La vedova di Graham Staines: “Non perdere la speranza, pregare per l’India”).

Dodici anni fa Graham Staines fu bruciato vivo insieme ai suoi figli di otto e dieci anni nel piccolo villaggio di Manoharpur, nella zona tribale dell’Orissa. Graham Staines ha lavorato per trent’anni con i malati di lebbra nell’Orissa, Stava dormendo con i suoi figli in un’auto, in una tappa del viaggio verso casa, in una fredda notte di dicembre. Un gruppo di aggressori versò benzina sulla macchina, e le diede fuoco.

Gli Staines cercarono di fuggire, ma gli assalitori, una cinquantina, lo impedirono. Un testimone disse che gli attaccanti gridavano slogan inneggianti a Dara Singh, al movimento indù e al dio Hanuman.

Nel 2003 un tribunale a Khurda ritenne responsabili tutti e 13 gli accusati. Ergastolo per tutti gli altri, condanna a morte per Dara Singh. Nel 2005 l’Alta corte dell’Orissa commutò la pena di morte in ergastolo, ritenne responsabile Hembran e scagionò gli altri. (N.C.)