Seoul, condannato un pastore protestante per una visita al Nord
Il governo della Corea del Sud vieta di recarsi nel regime stalinista senza il permesso delle autorità. Han Sang-ryol, “unionista”, ha trascorso due mesi nel Nord ed è arrivato a lodare le autorità comunista: condannato a 5 anni di galera.
Seoul (AsiaNews/ Agenzie) - Un pastore cristiano sudcoreano è stato condannato a cinque anni di prigione per aver attraversato senza autorizzazione il confine con il Nord e aver passato due mesi nel Paese stalinista. Le leggi di Seoul proibiscono e puniscono severamente le visite non autorizzate e i contatti con le autorità del regime. Han Sang-ryol, il pastore, è stato ritenuto colpevole anche perché la sua visita si è verificata in un momento di estrema tensione fra le due Coree, subito dopo l’affondamento della corvetta Cheonan.

Nell’incidente sono morti 46 marinai sudcoreani. Secondo Seoul, è stato un missile del Nord ad affondare la corvetta, che navigava nei pressi delle acque territoriali di Pyongyang. Subito dopo, si è aperta una crisi diplomatica che ha portato la penisola sull’orlo di una nuova guerra civile. Il presidente del Sud, Lee Myung-bak, ha avvertito gli “unionisti” – gli attivisti che spingono per una riunificazione pacifica del Paese – di “gravi conseguenze” in caso di attività propagandistiche.

I pubblici ministeri avevano chiesto per il pastore 10 anni di galera. Han è un noto “unionista” e fautore della Sunshine Policy, la politica di riunificazione promossa da Seoul nel corso degli anni Novanta del secolo scorso e poi abolita dall’attuale esecutivo. Secondo l’accusa, “il pastore è andato nel Nord senza l’approvazione del ministero per l’Unificazione. I suoi atti, molto pubblicizzati dai media interni, hanno compreso persino un discorso a favore dei leader di Pyongyang”.