Pene confermate in appello per i cattolici di Con Dau
Un processo farsa nel quale il tribunale non ha neppure esaminato le prove presentate dal difensore dei sei imputati, che questa volta avevano un avvocato. Una vicenda che sa di corruzione, esemplare di come le autorità per sfruttare l’accresciuto valore dei terreni violano i diritti dei cittadini.
Hanoi (AsiaNews) – Processo farsa con pene confermate in appello per i sei accusati nella vicenda della parrocchia di Con Dau. Gli imputati sono entrati nell’aula del Tribunale poplare di Danang alle 7.45 di ieri, 26 gennaio, e alle 10.20 è arrivata la sentenza.
 
Il processo di appello era molto atteso dai cattolici vietnamiti e non solo da quelli di Con Dau, dal momento che la vicenda appariva e appare esemplare di come per sfruttare l’enormemente cresciuto del valore dei terreni vengano violati i diritti dei cittadini. In una storia nella quale aleggia il profumo della corruzione, i fedeli sono stati privati delle loro case, della parrocchia e perfino del cimitero per realizzare un investimento immobiliare. Picchiati e arrestati, in sede processuale era stato loro negata la possibilità di essere assistiti dai loro avvocati difensori, a loro volta minacciati e fermati dalla polizia. Lo stesso ambasciatore Usa aveva citato i fatti di Con Dau come un caso che solleva “sospetti sull’amministrazione e sull’uso della legge da parte del governo”.
 
Nei giorni precedenti l’appello, ci sono state veglie di preghiera, in particolare nella parrocchia di Thai Ha, a Hanoi, vittima di una analoga vicenda terreni tolti, violenze dealla polizia processi e condanne.
 
Questo probabilmente spiega il motivo per il quale la stampa governativa, riferendo del processo, ha sostenuto che la Corte ha ridotto le pene per due cattolici in prigione. Ma non dà ulteriori infomazioni.
 
In realtà, come riferisce Eglises d’Asie, il tribunale ha deciso che fossero rimessi in libertà,  Nguyen Huu Minh e Phan Thi Nhan, i due che erano carcerati. Ora hanno la condizionale. Ma al primo mancavano ormai solo tre mesi di prigione, la seconda aveva scontato l’intera pena. Gli altri quattro, Nguyên Huu Liêm, Lê Thanh Lâm, Tran Thanh Viêt e Nguyên Thi Thê hanno visto la pena confermata, con la condizionale, come era in precedenza.  
 
Di diverso, in questo processo, c’è stata la presenza di un difensore, Huynh Van Dong. Presenza solo formale. Prima del processo, infatti, l’avvocatessa aveva dichiarato di avere le prove della totale innocenza dei suoi assistiti e di poter dimostrare che le autorità si erano impadronite dei terreni per realizzare i loro progetti immobiliari. Affermava di avere prove materiali, testimonianze e anche dei video degli incidenti di maggio. Ma la corte non le ha neppure prese in esame.