Kathmandu, sepolture dei non indù ancora vietate dopo il si del governo
di Kalpit Parajuli
Polizia ed estremisti indù bloccano un funerale dell’etnia animista dei Kirati nella foresta di Slesmantak, vicino al tempio di Pashupati. Protestano cristiani, musulmani e animisti. Oltre 40 feriti. Primo ministro: trovate un luogo più adatto.
 Kathmandu (AsiaNews) – Si alza la tensione nella foresta di Slesmantak vicino al tempio di Pashupati (Kathmandu), di recente destinata ad ospitare un cimitero per i non indù. Circa cento persone dell’etnia Kirati, di religione sciamanica, hanno protestato nei giorni scorsi contro l’interruzione di un funerale tradizionale da parte degli estremisti indù. Alla protesta si sono uniti anche cristiani, musulmani e membri di altre fedi. Oltre 40 i feriti negli scontri con la polizia chiamata a presidiare il luogo.

Per evitare ulteriori scontri, ieri il primo ministro Madhav Kumar Nepal ha sollecitato le autorità locali a trovare un altro luogo. Il premier ha inoltre specificato che l’area resterà ai non indù fino a nuovo ordine.  

Il tempio di Pashupati è uno dei luoghi più importanti per l’induismo nepalese ed è gestito  dall’Unesco insieme alla foresta di Slesmantak confinante con il complesso sacro riservato solo agli indù, che cremano i corpi e non costruiscono cimiteri. In questi anni la speculazione edilizia ha ridotto le aree per la sepoltura. Costretti a utilizzare una tomba per più corpi, cristiani, musulmani, baha’i e indigeni hanno iniziato a seppellire i morti nella foresta, unico luogo ancora libero. Ciò ha scatenato le proteste degli indù e costretto il governo locale a vietare l’utilizzo della zona. Di recente il divieto è stato tolto, ma a  tutt’oggi la polizia impedisce le sepolture.

K B Rokaya, cristiani e attivista per i diritti umani afferma:Le leggi devono essere uguali per tutte le religioni. Se il governo  proibisce l’utilizzo della zona considerata luogo di interesse storico, il divieto dovrebbe valere per tutti, indù e non indù”.