Egitto: le manifestazioni senza capi avvantaggiano gli estremisti islamici
Tra la popolazione si diffondono volantini del regime iraniano in arabo che inneggiano alla rivoluzione islamica. Per le strade del Cairo aumenta la presenza degli integralisti usciti di recente dalle prigioni. Fonte di AsiaNews: “La situazione non è chiara, aspettiamo giorno dopo giorno per vedere come finirà”.

Il Cairo (AsiaNews) - “Senza un leader in grado di dialogare con le istituzioni, la piazza è debole e avvantaggia i fondamentalisti islamici che hanno colto l’occasione di inserirsi nelle trattative con il governo”.  È quanto affermano fonti di AsiaNews, anonime per motivi di sicurezza. 

“Ci sono più mani straniere che stanno agendo in Egitto”, aggiunge. “In questi giorni – continua - si vedono più fondamentalisti girare per le strade, molti di loro sono da poco usciti di prigione”. La fonte dice che tra la popolazione si diffondono volantini e manifesti provenienti dall’Iran, con stampato un discorso dell’ayatollah Khamenei in arabo che loda gli egiziani per il loro coraggio e li invita alla rivoluzione islamica. Oggi, il sito americano di Intelligence Site ha reso noto che anche al-Qaeda ha inviato un messaggio al popolo egiziano inneggiando alla guerra santa contro il regime filo occidentale di Mubarak e consigliando di non farsi trascinare verso “idoli pagani” come la democrazia e l’occidentalizzazione.

Nonostante le spinte fondamentaliste, giovani cristiani e musulmani, continuano a manifestare. Ieri centiniaia di migliaia di persone si sono recate in piazza Tahrir in quella che è stata la più grande protesta dall’inizio delle rivolte. Ancora in queste ore decine di migliaia i giovani presidiano la piazza in attesa di una nuova grande protesta prevista per il prossimo 11 febbraio. 

 “I giovani che protestano – continua la fonte – vogliono la partenza del presidente prima di accettare le proposte del governo”. Per placare la piazza ieri, Omar Suleiman, il vice-presidente, ha accettato di incontrare le delegazioni dell’opposizione. Egli ha promesso emendamenti alla Costituzione e libere elezioni entro breve tempo, ma non le dimissioni del presidente, che  porterebbero il Paese nel Caos. Suleiman ha sottolineato che solo con il dialogo  ci potrà essere un cambiamento, l’alternativa sarebbe un colpo di Stato militare.      

Tuttavia la crisi di governo, potrebbe giovare ai cristiani. In questi giorni rappresentanti cristiani hanno approfittato del dibattito sul cambiamento della costituzione per chiedere maggiori tutele. Essi hanno inviato una domanda al vice-presidente in cui chiedono di cambiare alcuni articoli che ledono i diritti dei cristiani. Al momento la richiesta è ancora senza risposta . Secondo la fonte la pressione dei fondamentalisti potrebbe far saltare le ipotesi di miglioramento. “La situazione – aggiunge - non è chiara, aspettiamo giorno dopo giorno per vedere come finirà”. (S.C.)