Riaprono a Oslo i colloqui fra governo filippino e ribelli comunisti
I negoziati sono ripresi ieri dopo sei anni di congelamento e andranno avanti tutta la settimana. Al centro dei colloqui le future riforme economiche comuni per ricostruire le aree piĆ¹ colpite dal conflitto e il rilascio dei prigionieri politici .
Manila (AsiaNews) – Governo filippino e ribelli del partito comunista (Cpp) riprendono dopo sei anni i dialoghi di pace. I colloqui, a porte chiuse, sono iniziati ieri a Oslo e continueranno per tutta la settimana. Fondamentale per la ripresa dei negoziati è stata la promessa dell’esercito di rilasciare il leader comunista Allan Jazmines, arrestato lo scorso 14 febbraio. Per evitare rischi, esercito e ribelli hanno firmato un cessate il fuoco momentaneo che durerà per tutto il periodo dei colloqui di pace.  

Teresita Quintos Deles, consigliere presidenziale per il processo di pace ha affermato che governo e ribelli hanno entrambi il desiderio di porre fine al conflitto che in 42 anni ha provocato oltre 10mila morti, partendo da riforme economiche comuni nelle aree più colpite dagli scontri.   

Secondo fonti interne ai negoziati, i maoisti sarebbero aperti al dialogo, ma esortano il governo a rilasciare gli oltre 350 prigionieri politici incarcerati durante il governo di Gloria Arroyo, richiesta per ora negata dalle autorità filippine.   

La guerriglia tra esercito filippino e ribelli comunisti del New People’s Army, braccio armato del Cpp, dura dal 1968. Essa ha provocato migliaia di morti e distrutto l’economia nelle aree rurali delle regioni centrali del Paese. Colloqui fra governo e ribelli sono avvenuti a fasi alterne e si sono arenati nel 2005 con l’inserimento del Cpp nei gruppi terroristici.  A tutt’oggi fanno ancora parte dell’Npa circa 4.500 guerriglieri. I villaggi controllati dai ribelli sono invece 1.301. Questi sono concentrati soprattutto nelle province di Marinduque, Bohol, Romblon, Lyte e Misamis, tutte situate nell’arcipelago di Visayas (Filippine centrali).