Questa mattina, circa 180 rappresentanti delle comunità cristiane di 63 distretti si sono riuniti a Kathmandu per scrivere un memorandum da consegnare al premier e alle associazioni per i diritti umani nazionali e internazionali.
“Se non ci daranno una terra dove seppellire i nostri morti chiederemo le dimissioni di Khanal”, afferma C.B. Gahatraj, segretario generale del Comitato cristiano per la nuova costituzione (Christian Advising Committee for the New Costitution – Cacnc). "Siamo nepalesi – continua - e il governo non può intervenire nella nostra tradizione presentando istanze che favoriscono solo gli indù".
In questi anni, la speculazione edilizia a Kathmandu ha ridotto le aree per la sepoltura e i costi dei terreni liberi sono così alti che nessuna delle comunità cristiane può acquistarli. Costretti a utilizzare una tomba per più corpi, cristiani, musulmani, baha’i e indigeni hanno chiesto al governo centrale di concedere a basso costo delle aree da adibire a cimitero.
In contrasto con le autorità locali e con la comunità indù il governo ha concesso uno spazio nella foresta adiacente al tempio indù di Pashupati, luogo sacro per l’induismo e patrimonio dell’Unesco. Ciò ha scatenato le proteste degli indù e costretto il governo locale a vietare l’utilizzo della zona. Di recente il divieto è stato tolto, ma a tutt’oggi polizia e autorità del tempio impediscono, anche con la violenza le sepulture, che dannegerebbero il sito.