La Cina stringe il controllo sull’esportazione delle terre rare
Un’autorità centrale vigilerà sul rigido rispetto dei quantitativi decisi dal governo. Si vuole stroncare l’esportazione illegale, finora diffusa. Questi minerali sono essenziali per l’alta tecnologia e i moderni sistemi militari.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina limiterà in modo rigido la produzione e l’esportazione delle terre rare. Pechino dice che vuole così migliorare il controllo industriale, ma esperti ritengono che cerchi di aumentare il suo attuale quasi monopolio del mercato.

Si prevede l’istituzione, entro maggio, di un ufficio per il controllo della produzione e della successiva destinazione dei minerali. Di fatto c’è l’intenzione di stroncare la loro estrazione ed esportazione illegale, controllata da organizzazioni criminali e molto diffusa dopo le recenti restrizioni introdotte da Pechino. Finora le autorità hanno spesso tollerato questo commercio, che ora intendono fermare per controllare in modo rigido le quantità esportate.

Le terre rare sono un gruppo di 17 elementi, essenziali per i prodotti di alta tecnologia, i telefoni cellulari, gli schermi televisivi piatti, le turbine eoliche, i laser ma anche alcuni sistemi militari. La Cina produce il 95% dei minerali, che estrae soprattutto nella Mongolia Interna. Dal 2009 ha iniziato a ridurre l’esportazione, dicendo che vuole preservare l’ambiente contro uno sfruttamento minerario intensivo e le proprie esigenze interne. Nell’ottobre 2010 il quotidiano ufficiale statale China Daily ha rivelato l’intenzione di ridurre l’esportazione di un altro 30% e per il 2011 si temono ulteriori restrizioni.

In precedenza Pechino aveva esportato questi minerali a basso prezzo, tanto da rendere non vantaggiosa l’estrazione in altri Paesi che pure ne sono ricchi. L’Amministrazione generale cinese delle dogane dice che nel 2010 sono state esportate 39.813 tonnellate di questi minerali, -9,3% rispetto al 2009.