Mons. Jurkovic è il nuovo nunzio apostolico in Russia
di Nina Achmatova
La nomina a due giorni dalla visita del presidente Medvedev in Vaticano. Secondo gli esperti, una “formalità” più utile al Cremlino che al Vaticano. La leadership russa è a caccia di legittimazione.

Mosca (AsiaNews) – Alla prima visita di Medvedev al Papa dopo la normalizzazione dei rapporti diplomatici è stata data grande enfasi sui media russi, più che ai suoi incontri politici ed economici col governo italiano. Risultato del viaggio alla Santa Sede è stata la nomina, il 19 gennaio scorso, del nuovo nunzio apostolico presso la Federazione russa, mons. Ivan Jurkovic. Ma alcuni esperti ridimensionano il significato dell’incontro e spiegano: si è trattato solo di “formalità”, necessaria al Cremlino per legittimarsi davanti all’opinione pubblica e praticamente inutile nello sviluppo dei rapporti tra le due Chiese.

La pensa così, ad esempio, il professor Anatoly Krasikov, direttore del Centro per la religione e la società dell’Istituto d’Europa Legge. Secondo lo studioso - che ha partecipato alla prima visita di un leader sovietico in Vaticano, quella di Nikolai Podgorny nel 1967 a Paolo VI - il governo russo “non si sente legittimato a sufficienza e per aumentare il suo prestigioso sfrutta ogni occasione. La visita al Papa è stata una di queste”. “La nostra leadership politica - continua - non si sente sufficientemente legittimata: le elezioni sono una farsa e il partito di governo è in calo di consensi”. Così sul fronte interno, ci si aggrappa alla Chiesa russa-ortodossa: “Le autorità politiche hanno le stesse posizioni della maggior parte della gerarchia ecclesiastica, che stanno cercando di trasformare in un piccolo partito a loro favorevole”.

Sposato con una cristiana ortodossa fervente, il presidente russo - che dopo tre anni al potere cerca ancora di smarcarsi dal suo premier e predecessore Putin - mira a presentarsi come colui che spianerà definitivamente la strada dei rapporti tra il Vaticano e l'ortodossia russa, diventando l'artefice del dialogo religioso, aspetto su cui ultimamente sta puntando molto. “Questo non è possibile – dichiara Krasikov – perché da sempre lo Stato russo non ha alcuna influenza nello sviluppo dei rapporti tra le due Chiese, neppure sotto l’Unione sovietica, tanto che nessun leader di allora in un incontro col Papa ha mai sollevato la questione”.

Sarà ora compito del nuovo nunzio continuare il dialogo costruttivo col Patriarcato di Mosca instauratosi anche grazie agli otto anni di lavoro del precedente “ambasciatore” vaticano, mons. Antonio Mennini. Lavoro che gli sarà ufficialmente riconosciuto dalla Federazione russa: Medvedev ha infatti annunciato l’intenzione di consegnargli la medaglia dell’Ordine dell’amicizia, per il suo contributo al miglioramento dei rapporti tra Mosca e il Vaticano. Cinquantotto anni, di origini slovene, mons. Jurkovic ha già lavorato a Mosca, tra il 1992 e il 1996, nella rappresentanza della Santa Sede, per essere poi accreditato come nunzio prima in Bielorussia, poi in Ucraina. A breve si attende il suo arrivo a Mosca.