Pechino organizza l’esodo dalla Libia dei 33mila cinesi. Anche quelli di Taiwan
Aerei, navi da carico e pescherecci stanno dirigendosi verso i porti libici per provvedere all’evacuazione dei cittadini cinesi che vivono e lavorano nel Paese nordafricano. In fuga anche i lavoratori tunisini, turchi e di altre nazionalità.

Tripoli ( AsiaNews/Agenzie) – Pechino manderà aerei, navi e pescherecci in Libia per provvedere all’evacuazione dei circa 33mila cinesi che vivono e lavorano nel Paese sconvolto dalla violenza. Il governo ha costituito un ufficio di emergenza guidato dal vicepresidente Zhang Dejiang per coordinare la partenza dei cinesi, così come quella dei cittadini di Hong Kong, di Macao e di Taiwan, ha annunciato in un comunicato il Ministero degli esteri.

Il consiglio di Stato ha “deciso di dispiegare immediatamente aerei charter, delle navi da carico che si trovano in acque vicine alla Libia e pescherecci per portare derrate di prima necessità e materiale medico” ha dichiarato il ministero.

La Cina prenderà in affitto “navi passeggeri di grande ampiezza e autobus” per facilitare le procedure di evacuazione. Decine di cittadini cinesi sono rimasti feriti durante la rivolta; di questi quindici sono stati ricoverati in ospedale, ha annunciati un portavoce dell’ambasciata cinese in Libia.

Pechino ha chiesto a Tripoli di assicurare la sicurezza dei suoi cittadini, dopo che centinaia di cinesi che lavoravano nella zona orientale del Paese sono stati assaltati, derubati e costretti a fuggire a piedi verso Tripoli. “La Cina ha presentato una richiesta urgente alla Libia di condurre un’indagine sugli attacchi e di assicurare i colpevoli alla giustizia” ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Ma Zhaoxu. L’esodo dei cinesi dal Paese è analogo a quello di altre comunità. Migliaia di tunisini stanno varcando il confine per tornare in patria, mentre anche circa tremila cittadini turchi sono in attesa di essere evacuati.