La rivolta dei gelsomini scuote il Golfo. Due morti in Oman
Ancora proteste in Bahrain e in Yemen. Nella città di Sohar la polizia affronta i dimostranti per la democrazia: due uccisi, molti i feriti. A Ryadh il re Abdullah cerca di prevenire le proteste stabilizzando decine di migliaia di dipendenti statali precari.

Dubai (AsiaNews/Agenzie) -  La “rivolta dei gelsomini” continua a divampare nel mondo arabo e nei paesi del Golfo. Gli ultimi sviluppi della protesta che ha già contagiato il Bahrain e lo Yemen, si sono avuti in Oman, dove proteste di piazza sono state duramente represse, con il bilancio di due morti e numerosi feriti. In Arabia Saudita la monarchia teme il contagio, e ieri re Abdullah ha annunciato misure economiche tese a far scendere la tensione sociale.

Mentre in Bahrain ieri una nuova dimostrazione è sfilata nel quartiere dei diplomatici scandendo slogan contro il re, senza che ci sia stata violenza, nella città di Sohar, in Oman la repressione è stata dura. La polizia ha affrontato con il lancio di lacrimogeni e proiettili di gomma una manifestazione pro-democrazia, che chiedeva una maggiore partecipazione negli affari del paese. Secondo fonti locali, due persone sono state uccise, e numerose ferite. E’ la prima seria contestazione verso il governo del sultano Qaboos bin Said, il cui Paese è collocato davanti allo stretto di Hormuz. Circa il 40% del traffico petrolifero mondiale passa davanti alle sue coste. Il sultano ha cercato di prendere misure per fronteggiare la protesta: ha rimpiazzato sei membri del governo, e ha aumentato del 40% il salario minimo.

In Arabia Saudita in re Abdullah, appena rientrato dagli Stati Uniti e dal Marocco dopo un’operazione alla schiena ha deciso di rendere permanenti i contratti – finora a tempo determinato – di decine di migliaia di dipendenti statali. Egli ha anche annunciato misure sociali per un importo di 135 miliardi di ryals, equivalenti a circa 26 miliardi di euro.