Massacro di Godhra: undici condanne a morte per il rogo del treno in Gujarat
Il tribunale speciale di Ahmedabad creato per giudicare l’attacco al Sabarmati Express ha reso note le pene per i responsabili. Scagionato il principale accusato del “complotto”. Le pesanti responsabilità del primo ministro dello Stato, Narendra Modi.

Ahmedabad (AsiaNews/Agenzie) – Un tribunale speciale ha condannato a morte 11 dei 31 musulmani responsabili dell’incendio del treno avvenuto a Godhra, nel Gujarat, il 27 febbraio 2002. Gli altri 20 responsabili sono stati condannati all’ergastolo. Il 27 febbraio 2002 il Sabarmati Express fu fermato appena fuori della stazione di Godhra e attaccato da una folla di musulmani.

Sul treno viaggiavano molti attivisti indù, di ritorno da un pellegrinaggio al tempio di Ayodhya, in Uttar Pradesh. La moschea di Babri costruita su un sito sacro reclamato dagli indù era stata distrutta da una folla di indù ad Ayodhya il 6 dicembre 1992. La carrozza S-6 del treno prese fuoco durante l’attacco. Nell’episodio morirono 59 persone, e molti furono i feriti.

Gli incriminati per il massacro di Godhra erano 94. Di questi 63 sono stati scagionati (22/02/2011 Massacri del Gujarat del 2002: 31 condannati per l’attacco al Sabarmati Express). Il tribunale ha accettato in una sentenza controversa, la “teoria del complotto”. Ma ha mandato libero quello che secondo molti è il principale organizzatore della violenza, Maulvi Umarji.

L’attacco scatenò una reazione violenta in cui 790 musulmani e 254 indù furono uccisi; 253 persone furono considerate disperse, e 523 luoghi di culto, fra cui tre chiese furono danneggiati. 27901 indù e 7651 musulmani furono arrestati. Le indagini successive misero in luce il ruolo negativo giocato dal primo ministro dello Stato, Narendra Modi. Un rapporto della Special Investigation Team (Sit) reso noto da due giornali, Tehelka e Headlines Today mette in luce le sue responsabilità.  (04/02/2011 Massacri del 2002 nel Gujarat: le responsabilità del governo locale). La relazione di 600 pagine non inchioda completamente Modi per mancanza di prove dirette che lo colleghino ai massacri; ma appare comunque come un serio colpo all’immagine di Modi come abile amministratore, e uomo di buon governo.