Cristiani, buddisti e indù: proteggere la pace, nel ricordo di Maometto
di Melani Manel Perera
Al 27° Meelad-un-Nabi, anniversario della nascita del profeta Maometto, hanno partecipato leader religiosi cristiani, buddisti e indù. Un pensiero rivolto alle vicende in Arabia Saudita.
 Colombo (AsiaNews) – “Proteggere la pace nel nostro Paese, una necessità responsabile di ogni cittadino”: sotto l’egida di queste parole i leader dell’Inter Religion Alliance for National Unity hanno celebrato, il 26 febbraio scorso a Colombo, il Meelad-un-Nabi, l’anniversario della nascita di Maometto. Rappresentanti cristiani, buddisti e indù hanno espresso la loro ammirazione per la vita esemplare del Profeta, e la sua dedizione a costruire l’umanità e portare la pace nel mondo. Con un pensiero rivolto alle violenze che nell’ultimo mese coinvolgono i musulmani dell’Arabia Saudita.

Il ven. Galagama Dhammaransi Thero parlando della situazione in Medio oriente ha condannato “questa drammatica distruzione della fratellanza”, definendo gli eventi che stanno coinvolgendo i musulmani in Arabia Saudita “un’immensa tragedia. Non possiamo dimenticarli, perché i responsabili sono gli Stati occidentali, che li hanno condotti in questo periodo così travagliato”. Il bonzo ha concluso il suo intervento con l’augurio di “ritrovare la loro unità tra le diverse religioni, e vivere in pace”.

P. Sarath Hettiarachchi, sacerdote metodista, nel suo messaggio ha ribadito che si deve evitare “qualsiasi divisione tra gli esseri umani, rispettando le opinioni altrui e comportandosi in modo da proteggersi l’un l’altro, sviluppando la pace e l’armonia”. Aspetti “essenziali”, come li ha definiti il prete, per l’attuale situazione dello Sri Lanka.

Al 27° Meelad-un-Nabi, organizzato dall’Associazione musulmana per il welfare Suduwella, erano presenti molti bambini e bambine musulmani, che per l’occasione hanno preparato scenette, canti e giochi con cui hanno raccontato i valori dell’islam.