Il generale Pansak Kaseamsant, vice commissario dell’Ufficio immigrazione, ha spiegato che “la società Baby 101 forniva madri in affitto prendendo ordini via mail e telefono attraverso il proprio sito internet”. Le pagine web mostravano foto di donatori di bell’aspetto, case eleganti e cliniche di lusso dotate di giardini e piscine. Gli “acquirenti” erano coppie – anche straniere – che non potevano avere figli.
Il ministro Laksanawisit, dopo aver fatto visita a una “mamma” ricoverata all’ospedale pubblico della provincia di Minburi, ha dichiarato che “la donna, di 31 anni, ha confessato di aver affittato il suo utero per 5.500 dollari: la sua famiglia è molto povera, e le era stato promesso un facile guadagno”. I responsabili di Baby 101 garantivano a queste donne la legalità di tale pratica. In realtà, appena arrivate in Thailandia sequestravano loro i passaporti, e minacciavano chi cambiava idea di dover pagare un risarcimento di 1000 dollari.
Le vittime di questa tratta si trovano ora al sicuro nella residenza “Kredtrakarn”, un centro di protezione e sviluppo occupazionale nella provincia di Nonthaburi. Issara Somachai, ministro per lo Sviluppo sociale e la sicurezza umana in Thailandia, ha fatto loro visita e ha dichiarato: “Quindici vietnamite sono ora nella Baan Kredtrakarn [nome con cui è conosciuto il centro]. Sette di loro sono incinte. Altre due hanno già partorito – un neonato è di un mese, l’altro di appena sette giorni. Insieme a loro, anche altre sei ragazze non in stato di gravidanza”. Somachai ha spiegato: “Queste donne vogliono tornare in Vietnam insieme ai bambini. Tutte affermano di essere alla prima ‘esperienza’ come madri surrogate”.
Il 1° marzo scorso il ministro della Salute Laksanawisit ha incontrato i rappresentanti del ministero per lo Sviluppo sociale e la sicurezza umana, il Consiglio medico e il Royal College di ostetricia e ginecologia per decidere del futuro di queste donne. Al termine dell’incontro, il Ministro ha dichiarato che “queste madri verranno rimandate a casa la prossima settimana, con la collaborazione del ministero degli esteri thailandese e l’Ambasciata del Vietnam in Thailandia, secondo il protocollo d’intesa vigente tra i due Paesi”.