Caucaso del Nord: la popolazione si arma contro gli estremisti
di Nina Achmatova
In Cabardino-Balcaria nasce una milizia civile che prende di mira i familiari dei ribelli islamici per farsi giustizia. Lo spetto di un’ulteriore escalation di violenze.
Mosca (AsiaNews) – Con lo spettro di una nuova ondata di violenze interetniche e il rinnovato invito del leader dei ribelli caucasici al jihad, la popolazione del Nord Caucaso minaccia di armarsi e farsi giustizia contro “chi uccide persone innocenti”. In Cabardino-Balcaria, repubblica russa che nell’ultimo mese ha registrato una vera escalation di violenze, è stata formata una sorta di milizia civile chiamata “Falchi neri” che si oppone al wahabismo, la corrente di islam radicale seguita dai militanti caucasici. Intervistato dalla tv Ren-Tv, un esponente del gruppo ha spiegato, in forma anonima, che “se continueranno a uccidere i nostri bambini, faremo provare loro la stessa medicina”. La gente è stanca di bombe e violenze, ha aggiunto l’uomo. Che ha spiegato come il gruppo sia formato da “cittadini ordinari”, per lo più familiari di poliziotti uccisi. Ha poi avvertito che nel mirino ci sono proprio le famiglie dei ribelli, che “combattono per soldi e non certo per la fede”.

I militanti islamici hanno risposto tramite il sito web Kavkaz Center, che le “Aquile nere” non sono altro che agenti federali che vogliono terrorizzare i “mujaheddin”. Per gli esperti si tratta di un’ipotesi da scartare: “All’Fsb (servizi segreti) non piace creare organizzazioni informali” ha spiegato Andrei Soldatov. Di certo, però, la milizia civile è convinta di avere l’appoggio delle autorità. Il mese scorso il capo della Cabardino-Balcaria, Arsen Kanokov, aveva proposto proprio la formazione di una milizia armata per rendere la repubblica più sicura.

Intanto dal sedicente emiro del Caucaso del Nord, Doku Umarov, è arrivato il 3 marzo un nuovo appello al jihad in tutta la Russia. Le violenze nella regione sono in aumento. Secondo il sito Kavkazsky Uzel (nodo caucasico), in Cabardino-Balcaria ci sono state 41 esplosioni e un attentato kamikaze nel 2010, rispetto alle 12 esplosioni e nessun kamikaze del 2009. Il vicino Dagestan ha subito 112 esplosioni e sei kamikaze sempre l’anno scorso, in aumento dai “solo” 69 attacchi del 2009. In Cecenia il numero di attacchi dinamitardi è calato da 62 a 39 ma si sono verificati quattro attentati suicidi rispetto all’anno precedente, quando non ve ne era stato neppure uno.