Magistratura contro il mufti di Russia: i suoi libri “estremisti”
Il procuratore distrettuale di Gai vuole bandire alcune pubblicazioni di esponenti di spicco della comunità islamica russa, considerate letteratura estremista. L’appello di Ravil Gainutdin, mufti di Russia. Nei mesi scorsi aveva accusato i vertici dello Stato di ostacolare l’unificazione dei musulmani e tentare di “sopprimere l’islam” nella Federazione.

Mosca (AsiaNews) - Il capo del Consiglio dei mufti di Russia Ravil Gainutdin è finito nel mirino della magistratura intenzionata a dichiarare uno dei suoi libri come letteratura estremista. Per difendersi Gainutdin ha chiesto l’intervento del procuratore generale, il potente Yuri Chaika. 

Tutto è iniziato quando due settimane fa il procuratore distrettuale di Gai, Sergei Chelyshev, della regione di Orenburg ha chiesto di dichiarare “letteratura estremista” alcune pubblicazioni tra cui anche opere di personalità di spicco della comunità musulmana in Russia. Oltre al libro “La salvezza nella preghiera” firmato da Gainutdin e dal rettore dell’università islamica di Mosca, Marat Murtazin, nella lista del procuratore distrettuale sono finiti: “Il Salah attraverso il prisma dei pensieri” del vice capo della commissione spirituale musulmana della Russia europea Mustafa Kyutyukchu, i “Quaranta Hadith” del profeta Maometto e i “Giardini del fedele” dell’imam an-Navavi. 

“La prego di prendere misure necessarie al fine di evitare una simile atteggiamento verso i libri religiosi – ha scritto Gainutdin al procuratore Chaika – spero che revocherà la decisione del procuratore di Gai”. “Analizzati dal punto di vista umanistico da alcuni esperti – conclude l’appello del mufti di Russia - questi libri non sono estremisti”.

Se la decisione del procuratore distrettuale verrà confermata, i libri elencati saranno banditi.  Non è il primo scontro tra autorità russe e comunità musulmana. A fine dicembre proprio Gainutdin aveva accusato i vertici dello Stato di ostacolare l’unificazione dei musulmani e tentare di “sopprimere l’islam” nella Federazione. Aveva poi definito “burattini” e “persone squallide”, i mufti che lavorano nelle istituzioni governative. (N.A.)